PALERMO – E’ un dato “monstre” quello che emerge dalla relazione finale consegnata dalla commissione speciale istituita dall’assessore all’Economia, Gaetano Armao, per fare chiarezza sul disavanzo della Regione siciliana: fino al 2048 sulle nuove generazioni graveranno oneri per 13,65 miliardi di euro, importo che comprende disavanzo e debito pubblico. La commissione ha analizzato i dati contabili dal 2015 al 2017, dunque della precedente legislatura.
“I disavanzi vanno esaminati non solo a consuntivo, ma anche in una visione prospettica per le refluenze che avranno sulle future generazioni – scrivono gli esperti della commissione nella relazione finale – Le modalità con cui recuperare il disavanzo in relazione all’entità rilevante dell’importo incidono inevitabilmente sugli investimenti e producono rilevanti effetti sull’attuazione di politiche finanziarie e fiscali per la crescita in Sicilia”.
Si legge nella relazione di circa 70 pagine: “Da questo punto di vista, non può non rappresentarsi l’elevato importo che dovrà essere coperto nei futuri esercizi fino al 2048, in base agli attuali piani di copertura, pari a 8.368 milioni di euro”. “Aggiungendo a tale importo l’ammontare dei disavanzi generati negli esercizi precedenti al 2018, già iscritti in bilancio (4.092 milioni) – scrivono gli esperti – si perviene a un totale dei disavanzi a carico della Regione pari a 12.460 milioni di euro”. E ancora: “Ove all’importo di 8.368 milioni per disavanzi a carico degli esercizi 2018 e seguenti, si volesse aggiungere l’ammontare del debito residuo per mutui e prestiti obbligazionari determinato alla fine dell’esercizio 2017, pari a 5.287 milioni (al netto delle anticipazioni di liquidità), si perverrebbe a un totale complessivo di oneri a carico degli esercizi successivi al 2017, pari a 13.655 milioni di euro, che graverebbe pesantemente sulle future generazioni”.
Per la commissione “il tema dei disavanzi e della loro copertura assume estrema importanza in quanto sottrae risorse al finanziamento delle spese di sviluppo e di funzionamento di un ente pubblico”. La Commissione, composta da specialisti e studiosi indipendenti, ritiene “che nel mandato ricevuto si debba tenere in debito conto che il disavanzo di un ente non si cancella nel tempo e viene trasferito a tutti i cittadini sino a quando non viene coperto”. E che “il disavanzo oggetto di indagine originato negli anni passati sarà comunque ripianato dai cittadini”. Per cui “per i rilevanti impatti sulla sostenibilità finanziaria dei prossimi anni della Regione”, la Commissione “auspica che le risultanze dell’indagine possano fornire un quadro chiaro e trasparente delle cause di questa critica situazione”.
Istituita dall’assessore all’Economia il 18 marzo 2019 con apposito decreto, della commissione hanno fatto parte: Giovanni Sapienza, già dirigente generale bilancio e tesoro, revisore legale esperto in contabilità pubblica (in funzione di presidente); Maria Esmeralda Bucalo, docente di diritto costituzionale dell’università di Palermo; Riccardo Compagnino, dottore commercialista, esperto in controllo di conti pubblici; Raffaele Mazzeo, dottore commercialista, esperto in controllo di conti pubblici. Le funzioni di segreteria sono state svolte da Donatella Milazzo, capo della segreteria dell’assessore dell’Economia.
Indebitamento choc alla Regione siciliana
Dato emerso in una relazione di 70 pagine: 13 miliardi di euro di oneri graveranno sulle nuove generazioni