CATANIA – Proseguono a Catania gli interrogatori nell’ambito dell’inchiesta ‘Università bandita’ della Procura di Catania su 27 concorsi che sarebbero stati ‘truccati’ e che vede coinvolti il rettore e nove docenti dell’ateneo che sono stati tutti sospesi.
“Oggi il professore Giovanni Gallo si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia avanti il Gip Dott. Cannella. La decisone non è dovuta ad una scelta di non assumersi eventuali responsabilità, ma per rispetto nei confronti del giudice e dei Pubblici Ministeri” spiega l’avvocato Goffredo D’Antona, legale del direttore del dipartimento di Matematica e informatica.
“Ed invero stante la mole del fascicolo processuale, la complessità delle indagini e delle fattispecie contestate – ha aggiunto il penalista – ogni risposta data oggi sarebbe stata una semplice e risibile giustificazione in quanto allo stato non verificabile dai magistrati. Per questo motivo abbiamo invece depositato le dimissioni da direttore del dipartimento rassegnate dal Professor Giovanni Gallo, a dimostrazione – ha concluso l’avvocato Goffredo D’Antona – di non interferire in alcun modo nel prosieguo delle indagini e non turbare ulteriormente il regolare svolgimento delle attività didattiche e scientifiche del dipartimento di matematica e informatica dell’Università di Catania”.
Si sono dimessi dalle loro posizioni di vertice anche il professore Filippo Drago, direttore del dipartimento di scienze biomediche e la professoressa Michela Cavallaro, direttore del dipartimento di Economia.
Ieri si sono presentati davanti ai magistrati, l’ex direttore di Scienze Politiche, Giuseppe Barone (accompagnato dall’avvocato Carmelo Galati), l’ex rettore Francesco Basile (difeso dagli avvocati Attilio Floresta e Angelo Pennisi) e il prorettore Giancarlo Magnano San Lio (difeso dagli avvocati Maurizio Magnano San Lio e Rosario Pennisi).
Rinviati a lunedì, per l’assenza del difensore (avvocato Giovanni Grasso) gli altri due interrogatori previsti ieri e riguardanti i professori Roberto Pennisi e Giacomo Pignataro.
Il rettore non ha risposto alle domande, ma solo perché, hanno spiegato i suoi legali, in tre giorni era impossibile prendere visione di tutto il materiale che compone l’indagine. Basile ha respinto tutte le accuse in particolare quella di associazione a delinquere e di esserne il capo,spiegando di aver lavorato solo in funzione dello sviluppo dell’ateneo stesso, così come da più parti gli è stato riconosciuto.
Prima di lui era stato sentito il professore in pensione Giuseppe Barone che, attraverso una nota sul suo profilo social, aveva annunciato di essersi dimesso da alcuni incarichi ricoperti a Modica, città di appartenenza, proprio per non creare “disagi”.
Il prorettore Magnano San Lio ha risposto per circa una trentina di minuti alle domande e anche in questo caso dai legali è stata espressa una certa soddisfazione e insieme fiducia per quel che il professore ha chiarito. In un caso sarebbe stata dimostrata la sua assenza da una partecipazione in cui in- vece era stato considerato presente. Avanzata al Gip la richiesta di revoca dell’interdizione, sulla quale i pm si sono riservati di dare il parere.