LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – Valigie ricolme di effetti personali, vestiti e ricordi fotografici compresi, e perfino una anguria. Su quella piccola imbarcazione lunga 7 metri, in vetroresina e con due motori, avevano sistemato di tutto. E’ un piccolo universo familiare quello che è sbarcato questa mattina nel porto di Lampedusa a Cala Palme, proprio di fronte la caserma della Guardia di Finanza.
A bordo di quel barchino un uomo, le sue due compagne e gli otto figli. Un’intera famiglia in fuga dall’inferno libico che – stando ai loro racconti che adesso dovranno essere vagliati dagli inquirenti – avrebbe intrapreso da sola la traversata della speranza verso l’Europa. Quando sono approdati, qualcuno era senza scarpe: pare che le abbiano perdute durante il viaggio. Avevano i vestiti sporchi, ma tutti – soprattutto le due donne, che indossavano lunghe tuniche che coprivano tutto il corpo – sono risultate essere molto curate.
I figli hanno un’età compresa fra i due e i 14 anni. Forse solo il più grande potrebbe aver aiutato il papà durante la navigazione, anche se l’uomo ha detto di aver fatto tutto da solo. Una delle due donne, incinta al nono mese, è stata trasferita con l’elisoccorso, in via precauzionale, all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.
Il tempo della gestazione sarebbe stato concluso da un po’ e il parto poteva avvenire, dunque, da un momento all’altro. “Una bella famiglia, molto unita” questo il commento che riecheggia fra le forze dell’ordine presenti al porticciolo e gli operatori dell’hotspot di contrada Imbriacola, dove i migranti sono stati trasferiti subito dopo lo sbarco. Quale sia la professione dell’uomo, in Libia, non è ancora chiaro. Sarà una delle prime domande che gli verranno rivolte nelle prossime ore, quando verrà sentito insieme agli altri componenti della famiglia per ricostruire ufficialmente tutti i dettagli del viaggio.