PALERMO – “Come tutti gli anni per noi, oggi, è un giorno di memoria, di lotta per la verità e per la giustizia non ci sono navi del Ministero per commemorare questa giornata, e non lo dico per polemizzare, ma ci sono le persone che tutti i giorni dell’anno fanno attività di promozione della legalità nelle scuole”. Lo ha detto Salvatore Borsellino in via Mariano D’Amelio per commemorare il 27esimo anniversario della strage di mafia in cui persero la vita il fratello Paolo e gli agenti della scorta.
“Oggi con il Borsellino quater abbiamo soltanto una parte di verità, una parte di giustizia – ha sottolineato – Purtroppo è uno Stato di cui bisognerebbe vergognarsi però se pensiamo che è quello stesso Stato per cui Paolo Borsellino coscientemente ha sacrificato la sua vita allora forse dobbiamo cercare, visto che Stato siamo anche noi, di fare la nostra parte per cercare di cambiare queste cose. Io ne sono convinto anche se forse io non riuscirò a vederlo, spero che ci riescano Fiammetta, i miei nipoti che sono tanto più giovani di me e spero che ci riescano i tanti bambini che oggi ci sono qua. Li incontro nelle scuole a loro porto il messaggio di Paolo e anche se nel ’92 non erano ancora nati, noto interesse e una partecipazione, in loro ho fiducia e penso che Paolo sarebbe felice”.
“Ieri – ha aggiunto – siamo saliti al castello Utveggio, che è stata la cabina di regia di questa strage, poi qua – ha aggiunto – ho alzato gli occhi verso il balcone da dove si affacciava mia madre, che ha voluto che l’ulivo fosse piantato nella buca della esplosione, albero che ci riporta alla memoria”.
GABRIELLI: “SE QUALCUNO HA SBAGLIATO PAGHI”. “Se tra di noi qualcuno ha sbagliato, se qualcuno ha tradito per ansia da prestazione o per oscuri progetti, siamo i primi a pretendere la verità. E non ci si pari dietro a chi non più parlare e a scorciatoie. Non vogliamo verità di comodo”. Così il capo della polizia, Franco Gabrielli, facendo riferimento ai presunti depistaggi nelle inchieste sulle stragi di mafia. A Caltanissetta tre poliziotti sono imputati per calunnia aggravata dall’aver favorito la mafia.
ORE 16.58, VIA D’AMELIO SI FERMA E POI CANTA L’INNO. L’inno d’Italia cantato dalla soprano Marta Favaloro e il minuto di silenzio seguito alla lettura dei nomi delle vittime della strage di via d’Amelio hanno ricordato alle ore 16.58 il 27simo anniversario della strage di via d’Amelio in cui furono uccisi Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina ed Eddy Walter Cosina. Sul palco, allestito nella strada, si sono alternati familiari di alcune delle vittime della mafia, che non hanno ancora avuto giustizia come la madre del piccolo Claudio Domino.
PRIMO ANNIVERSARIO SENZA RITA. Rita Borsellino, sorella del procuratore aggiunto Paolo, per la prima volta dalla strage del 19 luglio ’92 non era in via D’Amelio per le commemorazioni. E’ morta il 15 agosto 2018 dopo una lunga malattia.
Un manifesto col suo volto è stato appeso in uno dei balconi di via D’Amelio e un lungo applauso ha accompagnato il suo ricordo fatto dal palco allestito nella strada dove abitava la madre e dove anche lei ha vissuto. Rita Borsellino ha dedicato ai bambini e agli studenti il suo impegno antimafia nel nome del fratello Paolo. Il testimone di questi ideali, come ha ricordato l’altro fratello Salvatore, è ora passato ai nipoti.
“Lottiamo per la verità da 27 anni”
Ricorre l'anniversario della strage in cui persero la vita il giudice Borsellino e gli agenti della scorta. Il fratello Salvatore: "In via D'Amelio non ci sono le navi del ministero"