PALERMO – “Assoluzione per non aver commesso il fatto”. La Corte d’appello di Palermo conferma l’estraneità dell’ex ministro Calogero Mannino alla trattativa fra pezzi dello Stato e i vertici della mafia. Già in primo grado, al termine del rito abbreviato, il gup Marina Petruzzella aveva rigettato la richiesta di condanna a nove anni sollecitata dai pubblici ministeri.
Il collegio presieduto da Adriana Piras, rigetta la stessa richiesta fatta dai sostituti procuratori generali Sergio Barbiera e Giuseppe Fici. Il reato contestato era quello di “minaccia a corpo politico dello Stato”.
“Sono molto soddisfatto”. Questa sentenza è il coronamento di un’attività difensiva che ha rafforzato la sentenza primo grado criticata dal Procuratore generale che aveva detto che non era chiara. Invece la Corte l’ha confermata dopo una nuova istruttoria. Le motivazioni ribadiranno in modo definitivo la sua innocenza. Mannino ha sempre detto che non gli interessava se una trattativa ci fosse stata, ma di certo lui non ne era il responsabile”. Lo ha detto il legale dell’ex Ministro Dc Calogero Mannino, l’avvocato Marcello Montalbano, dopo l’assoluzione dell’ex politico in appello nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia.
“Oggi parla la sentenza che conferma l’assoluzione e le assoluzioni in tutti gli altri processi in cui sono stato trascinato in questi anni”, così commenta al telefono Mannino. L’ex ministero Dc era presente in aula poi – quando la Corte è entrata in camera di consiglio – ha scelto di non essere al palazzo di giustizia al momento della sentenza.
AMMESSA DEPOSIZIONE BERLUSCONI. La Corte d’Appello di Palermo che celebra il processo di secondo grado sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia ha ammesso la richiesta dei legali dell’imputato Marcello Dell’Utri, di citare a deporre l’ex premier Silvio Berlusconi.
Stato-mafia: assolto Mannino
L'esponente Dc era accusato di "minaccia a corpo politico dello Stato". Ammessa la deposizione dell'ex premier Berlusconi