CATANIA – Non si ritengono totalmente soddisfatte dalla riunione in Prefettura, con il vice capo di gabinetto Marco Oteri, le lavoratrici degli asili nido comunali gestiti con Fondi Pac, che si occupano dell’assistenza dei piccoli. Dall’incontro è emerso che per il servizio reso nel 2018, i commissari di Catania hanno firmato i documenti necessari e li hanno inviati a Palermo per la validazione. Dovrebbero rimanere lì una settimana per poi essere inviati a Roma che deve dare il via libera all’invio delle somme relative. Siamo ad agosto però, quindi le cooperative dovrebbero avere i soldi tra la fine del e l’inizio di settembre.
Per il futuro invece le notizie non fanno ben sperare poiché la nuova gara non si definirà prima di 6-8 mesi. Il Ministero ha pubblicato i nuovi bandi il 29 luglio ed il distretto si sta attivando per la nuova gara. In questo periodo di attesa sarà possibile licenziare i dipendenti i quali potranno accedere alla Naspi, Nuova assicurazione sociale per l’impiego, ovvero l’indennità mensile di disoccupazione. Rimane in sospeso il problema del passaggio dei lavoratori alle cooperative che si aggiudicheranno l’appalto.
“Siamo preoccupati per la situazione. Non sembra esserci pace per queste lavoratrici che garantiscono un servizio essenziale per la cura dei cittadini più piccoli. Anche per questo stiamo chiedendo un incontro urgente con l’assessore ai Servizi sociali e il sindaco di Catania per chiedergli di inserire nel capitolato la clausola sociale; cioè la salvaguardia dei posti di lavoro. Sottolineamo positivamente il ruolo attivo delle Prefettura che in questi mesi è stata sempre presente e che sarà parte attiva anche nei rapporti istituzionali con il ministero”, affermano congiuntamente il segretario regionale Snalv, Confsal Antonio Santonocito, il segretario generale della Funzione pubblica Cgil di Catania, Salvatore Cubito ed i rappresentanti sindacali aziendali dei lavoratori.
Asili nido, il futuro resta un’incognita
Catania. Lavoratrici senza stipendio da nove mesi e con il rischio di essere licenziate, in forse il passaggio alle cooperative che si aggiudicheranno il nuovo appalto