CATANIA – Stamattina effettuando controlli nella riserva naturale Oasi del Simeto la polizia di Catania ha scoperto che un pluripregiudicato aveva allestito senza autorizzazione un luogo di raccolta di rifiuti derivanti anche dall’attività di un’officina meccanica, totalmente abusiva.
Particolarmente pericoloso il fatto che i rifiuti, parti di motore e altri scarti d’officina non bonificati, erano ammassati anche a ridosso di un ruscello, con evidenti rischi per l’ambiente dovuti alla presenza di olii esausti minerali e chimici sul terreno.
Trattandosi di area protetta il pregiudicato è stato indagato; 5.000 i chili di rifiuti speciali, tra cui anche rame di cui il responsabile non ha indicato la provenienza.
Altre due persone sono state indagate sia per il reato ambientale di scarico delle acque reflue (esattamente scarichi fognari e prodotti per il trattamento delle acque di una piscina) in un ruscello che si trova a ridosso della loro abitazione, sia per il reato di deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto.
All’interno di un terreno agricolo di loro proprietà, i due avevano allestito un luogo di dimora con roulotte, piscina e strutture in ferro e cemento e, incuranti del danno derivante dal grave inquinamento generato dagli scarichi fognari e della piscina nel vicino ruscello, avevano costruito una condotta apposita che gli agenti hanno immediatamente sequestrato penalmente, per evitare ulteriori sversamenti.
Cinque tonnellate di rifiuti: la polizia becca gli inquinatori dell’Oasi del Simeto
Catania: gli scarichi di un'officina abusiva finivano accanto a un ruscello. Altre due denunce nella stessa zona