MILANO – Sono oltre 13 mila le cattedre a tempo indeterminato scoperte in Lombardia. Di queste, migliaia rischiano di restare vuote a causa dell’indisponibilità dei professori del Sud a trasferirsi al Nord per via dell’elevato costo della vita. A denunciare la situazione, a quindici giorni dal suono della campanella, è stato il presidente della Regione Attilio Fontana.
“Comprendo bene la difficoltà di chi dal Sud dovrebbe trasferirsi. Proprio per questo, nella nostra proposta di Autonomia, avevamo previsto un’integrazione degli stipendi, che tenesse conto del costo della vita e delle differenze tra i territori”, ha ricordato il governatore leghista, puntando il dito contro i 5 Stelle.
“Se qualcuno non ci avesse messo i bastoni tra le ruote – è la sua accusa – forse non quest’anno, ma magari il prossimo, i nostri ragazzi avrebbero potuto iniziare l’anno scolastico senza difficoltà”. Nella Regione guidata da Fontana le cattedre vuote sono 13.424. Il Miur ha autorizzato 11.440 assunzioni, ma secondo la segretaria generale della Cisl Scuola Lombardia, Silvana Milione, il rischio è che al termine delle nomine, avviate nei giorni scorsi dai provveditorati e dall’Ufficio scolastico regionale, “i posti coperti da docenti di ruolo saranno meno del 50%”, mentre gli altri saranno affidati a dei supplenti.
“Il motivo? Mancano i candidati. La situazione è drammatica e abbiamo delle vere emergenze: matematica, italiano e soprattutto il sostegno”, ha spiegato la sindacalista. Le situazioni più critiche, ha evidenziato Milione, si riscontrano alle superiori e alle medie. Alle medie i posti vuoti sono 2.609, di cui 826 in matematica e 987 in italiano.
Alle superiori mancano, invece, all’appello 3.655 prof, tra cui 331 di informatica e 407 di italiano. Per Milione si tratta di numeri “record” che “il prossimo anno peggioreranno, se non sarà bandito il concorso”. Preoccupa anche la carenza di insegnanti specializzati sul sostegno, dovuta anche all’aumento delle richieste: i posti assegnati sono 22.950 e solo Milano dovrà coprirne più di 7 mila. “Ci hanno accusato di voler reintrodurre le ‘gabbie’ salariali, di voler penalizzare i docenti del Sud, mentre è chiaro, come dimostra il grido di allarme dei sindacati, che ad essere penalizzati sono quelli che lavorano al Nord che, a parità di stipendio, si trovano ad affrontare un costo della vita che è quasi il doppio di quello del Sud. Ecco il perché del ricorso all’incentivo”, ha commentato Fontana.
Una posizione non condivisa dal Pd: “Proporre l’autonomia per indurre le persone dal sud a spostarsi al nord per lavorare non basta certamente a risolvere il problema, tanto meno di fronte a una presunta promessa di aumentare gli stipendi per far fronte al costo della vita”, ha replicato il consigliere regionale Paola Bocci, secondo cui “il problema è atavico e va risolto a livello centrale. E’ il Ministero dell’Istruzione che deve intervenire sia sul problema della copertura dei posti vacanti, sia sugli incentivi o gli aumenti per questa importante categoria professionale. Perciò – ha incalzato Bocci – Fontana ha poco da dire: dov’è il suo ministro Bussetti?”.