Un dramma nel dramma, da settimane gli incendi hanno raggiunto e stanno devastando anche la Siberia. E le conseguenze si faranno sentire anche al di là dei confini della Russia. Il fumo degli oltre 400 incendi che stanno devastando la Grande foresta del Nord – in particolare nelle regioni di Krasnoyarsk, della Buriazia e della Jacuzia – ha già raggiunto gli Stati Uniti e il Canada, come attesta la Nasa.
Starebbe bruciando una superficie di quasi 30 mila chilometri quadrati: più grande della Slovenia. Le autorità russe sono accusate di non aver fatto abbastanza, finora, per spegnere o controllare gli incendi. Il caso della Siberia non è isolato: anche in Alaska, da giugno in poi, si sono scatenati numerosi incendi. Gli scienziati non hanno esitato a definire senza precedenti la situazione, perché anche se simili roghi non sono insoliti a queste latitudini, quest’anno sono più precoci e più estesi che mai.
Una squadra di Greenpeace Russia ha documentato devastanti roghi che stanno interessando nella regione di Krasnoyarsk in Siberia. “Nonostante le dichiarazioni delle autorità, l’intensità degli incendi non sta diminuendo – rivela l’associazione ambientalista – secondo cui i roghi hanno già immesso nell’atmosfera oltre 166 milioni di tonnellate di anidride carbonica, equivalenti alle emissioni annuali di 36 milioni di auto.
Ogni anno nella taiga si verificano alcuni incendi, ma le fiamme di quest’estate hanno raggiunto dimensioni senza precedenti e molto probabilmente, a causa della situazione meteorologica, la situazione rimarrà catastrofica anche per le prossime due settimane”.
La Siberia brucia, a rischio il clima del pianeta
Oltre 400 incendi hanno devastato la Grande foresta del Nord, il fumo ha raggiunto anche gli Stati Uniti