CATANIA – Matteo Salvini a Catania dopo giorni di polemiche sull’opportunità o meno della sua presenza in Comune. “E’ solo una visita istituzionale per fare il punto sulla situazione dopo l’aiuto concreto arrivato dal governo romano per il dissesto della città”, aveva rassicurato il sindaco Pogliese.
E in effetti Salvini esordisce proprio spiattellando a tutti l’importanza della sua “buona parola” che è riuscita a salvare Catania dal default: “Abbiamo esteso l’aiuto ai romani inserendo i catanesi e cittadini di altri comuni, gli ultimi a essere colpevoli di questo disastro, perché altrimenti il primo luglio a Catania sarebbe stato l’anno zero”.
“In quel decreto crescita c’era solo il salva Raggi, sostanzialmente. E noi, che eravamo secondo qualcuno dei bastian contrari, dicevamo o tutti o nessuno. Parola mantenuta. Il percorso di riordino e di efficienza – ha spiegato – è assolutamente meritorio. In questo caso l’energia è stata ben spesa”.
Tra i due c’è un’intesa consolidata proprio nell’ultimo anno, mentre per entrambi si logorava il rapporto politico con Forza Italia e con Silvio Berlusconi. Nella stanza del sindaco il leader del Carroccio incontra i vertici regionali della Lega, ascolta e ribadisce le promesse fatte in conferenza stampa ribadendo la necessità di fare quadrato per andare subito al voto. “Nelle prossime settimane in Parlamento si confronteranno due idee diverse di Italia: quella del sì è quella del no. Il popolo del no e ben rappresentato dalla gente fuori dal municipio (un gruppo l’ha contestato, ndr) e dall’appello di Renzi: no alle elezioni, alle grandi opere, alla riforma fiscale, alla riforma della giustizia. Io chiamo a raccolta, e Catania ne è un esempio virtuoso, l’Italia del sì che scommette sul futuro e non sull’assistenza”.
“L’Italia del no” manifesta fuori dal palazzo a Catania e a Siracusa poco dopo. Centinaia di oppositori, tra questi anche molti militanti locali del M5s che si mischiano insieme ai rappresentanti delle liste di sinistra e quelli dei centri sociali, rinfacciano al ministro dell’Interno le sue posizioni anti-meridionaliste professandosi “antifascisti”.
Cori e slogan anche contro le forze dell’ordine costrette a fare gli straordinari per arginare un moto di odio e risentimento pronto a riversarsi con violenza verbale nei confronti del Lega e del suo capo politico. Sui social, nel frattempo, Salvini è divento il bersaglio di haters e contestatori. “Noi rispondiamo peace&love sempre con il sorriso – spiega a lasiciliaweb – saranno gli italiani a decidere chi ha strumentalizzato e divulgato valanghe di fake news e ha veicolato odio e rabbia attraverso internet per il proprio tornaconto personale”.
Il rapporto con il M5s è ormai rotto. Il ministro dice di non aver più sentito di Maio, Casaleggio e Fico, né tantomeno Di Battista, “mi insultano da mesi dalla mattina alla sera”, però lascia intendere che alla porta della Lega sono molti i parlamentari pentastellati che bussano in cerca di una nuova chance.
Salvini ribadisce di “non voler essere un solo solo al comando, ma il leader di un campo largo nel quale condividere l’idea di un governo stabile per il bene del Paese, partendo proprio dai temi della famiglia”. La lega misurerà nelle prossime settimane il polso “degli alleati a livello locale del centrodestra perché sicuramente alcune elezioni regionali ci sono: in Umbria sono fissate il 27 ottobre, in Emilia Romagna dovrebbero essere a dicembre e poi ci saranno Calabria, Marche, Toscana – ha aggiunto -. Sicuramente su questo l’alleanza che ha vinto tutte le elezioni negli ultimi mesi deve ritrovarsi e proporre candidati comuni prima possibile. Penso che già la settimana prossima ci ritroveremo con gli alleati per le regionali, ovviamente si parlerà anche di altro”.
Rilancia il tema delle grandi infrastrutture, tra queste anche il Ponte sullo Stretto di Messina, ma reddito di cittadinanza avverte: “Approfondiremo una cosa che mi hanno segnalato albergatori, imprenditori e agricoltori: alcune persone che lavoravano per loro la scorsa stagione estiva, quest’anno hanno detto ‘no grazie perché ho il reddito di cittadinanza a cui aggiungo qualche cosa in nero’. Sarebbe un enorme problema”.
“Non so se è qualche caso sporadico – ha aggiunto – però me l’han detto in Calabria e oggi in Sicilia e ieri l’altro in Puglia. Chiederemo di fare tutte le verifiche del caso perché non vorrei che qualcuno pensasse a una repubblica fondata sulla assistenza. Se però non aiutiamo chi produce a pagare meno tasse, l’assistenza nel giro di due o tre anni esaurisce il pozzo e buonanotte. Ve lo dice uno – ha concluso – che l’ha votato quel provvedimento sperando che servisse a creare lavoro. Se ci dovessimo rendere conto che invece di creare lavoro, crea lavoro nero e toglie lavoro, sarebbe un problema”.
Sembrano ormai lontani i tempi del ferragosto con i raduni leghisti a Ponte di Legno in Valcamonica.
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Luca Ciliberti
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