STROMBOLI (MESSINA) – La pioggia di cenere si è affievolita, ma il vulcano continua a farsi sentire con cupi boati. Il dipartimento della Protezione civile ha disposto il passaggio di allerta per lo Stromboli dal livello giallo ad arancione e l’attivazione della fase operativa di ‘preallarme’, secondo quanto previsto dal Piano nazionale di emergenza. Il divieto di navigazione è stato esteso a due miglia dalla Sciara del Fuoco. La decisione è stata adottata alla luce delle valutazioni emerse durante la riunione con i Centri di competenza, il Dipartimento della Protezione civile della Regione Siciliana e acquisito il parere della Commissione grandi rischi, riunitasi oggi a Roma.
I turisti e la piccola comunità che stabilmente vive a Ginostra, minuscolo borgo di Stromboli raggiungibile solo via mare, tengono lo sguardo rivolto alla montagna. Telefonini e macchine fotografiche sono pronti a catturare la luce rosso intenso dell’eruzione, ma sull’isola, solo un mese fa teatro di una violentissima esplosione costata la vita a un escursionista, non c’è paura. La notte scorsa una sequenza esplosiva dall’area centro-meridionale ha determinato la ricaduta di materiale piroclastico su Ginostra. Ed è stato osservato un aumento dell’ampiezza e della frequenza dei segnali sismici.
“Continua l’eruzione con colate laviche incandescenti che scendono lungo la sciara del fuoco”, si legge nel bollettino diramato dalla sala operativa dell’Ingv. Il sindaco Marco Giorgianni ha esteso a due miglia e prorogato – tramite ordinanza – il divieto di navigazione e sbarco a Stromboli e a Ginostra per tutti i mezzi nautici non di linea. Nei due porti dell’isola delle Eolie potranno attraccare regolarmente solo gli aliscafi e i traghetti di linea.
“Il nostro livello di attenzione è alto, non possiamo prevedere nulla per il futuro, neanche escludere possibili nuove esplosioni. Lo Stromboli è un vulcano in attività da millenni. Quella di questi giorni sembra essere una delle sue fasi più vivaci degli ultimi cento anni”, spiega, Eugenio Privitera, direttore dell’osservatore etneo dell’Ingv. Tutto è cominciato il 3 luglio scorso “quando lo Stromboli si è manifestato nuovamente con un’attività parossistica che ha generato un colonna di cenere che si è innalzata in cielo per chilometri. C’è stata anche una ricaduta di materiale incandescente che ha provocato numerosi incendi”.
“Si sono così create due nubi ardenti che hanno ripercorso la sciara del fuoco e si sono riversate in mare, e un trabocco lavico nei giorni successivi”. Poi il vulcano si è mantenuto in una condizione di stabilità. Il 28 agosto ecco “un’altra esplosione parossistica – prosegue Privitera – come quella del 3 luglio, ma con un’intensità minore con un solo flusso di colata”.
Fino alla notte scorsa quando “c’è stata – analizza il geologo – un’esplosione più intensa delle altre che ha determinato la caduta di cenere vulcanica sulle spiagge”. Alcuni abitanti di Ginostra raccontano di lievi scosse di terremoto seguite a una delle esplosioni.
Stromboli inquieto, nuove esplosioni
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