CATANIA – “Stavamo trascorrendo una vacanza stupenda, una tragedia inenarrabile, siamo tutti attoniti”: queste le parole del sindaco di Sant’Agata di Militello, ancora sconvolto ed in ospedale, a Spalato, in seguito alla morte di Eugenio Vinci, il manager siciliano ucciso dal monossido di carbonio sulla barca che aveva preso a noleggio per una gita in Croazia con amici.
Dopo l’autopsia effettuata ieri mattina, che ha confermato che Vinci ha inalato un’alta dose di monossido di carbonio, il proprietario e lo skipper dello yacht sono stati arrestati per aver installato un motore nella barca senza seguire le norme di sicurezza, causando la fuoriuscita dei gas tossici. Si tratta, secondo la polizia, di un uomo di 23 anni e uno di 27 anni, entrambi croati.
I due avrebbero inserito nel vano motore un generatore a benzina che si raffredda ad aria. Una volta avviato, il motore ha iniziato a sprigionare gas tossici che hanno raggiunto anche le cabine, avvelenando il figlio di 5 anni del manager e una ragazzina di quattordici anni, figlia della compagna, Manuela Fiasconaro. Ricoverati all’ospedale di Spalato, i due ragazzini sono ancora in pericolo di vita.
Stando ai racconti degli altri quattro turisti italiani, due coppie di coniugi di Sant’Agata di Militello, tra cui il sindaco Bruno Mancuso, Vinci è morto nel bagno dell’imbarcazione perché è svenuto e ha sbattuto la testa contro il bordo della vasca.
“Eravamo stati a cena in un ristorante di Spalato, poi verso mezzanotte siamo tornati in barca, mentre due componenti della comitiva sono rimasti in coperta fino alle 3. Alle dieci di ieri mattina i nostri amici che stavano bene, hanno notato che noi altri stavamo ancora dormendo, e sono entrati nelle cabine per svegliarci – ha raccontato Mancuso all’emittente Telecolor -. Nel bagno hanno trovato Eugenio con la testa insanguinata, hanno poi svegliato tutti tranne i due bambini che erano già in coma”.
“Tutti abbiamo accusato sintomi vari, chi vomito, chi diarrea, altri un profondo stato di sonnolenza e vertigini – continua il racconto – Abbiamo dormito tutti fino alle 10, fino a quando uno degli ospiti della barca ci ha svegliato. Eugenio era già morto con ferite alla testa, probabilmente causate dalla caduta nel bagno”.
A Spalato sono arrivati i familiari dei coniugi Vinci, i fratelli della moglie, Luca e Massimiliano Fiasconaro. Nel capoluogo dalmata è giunto anche il Console generale d’Italia a Fiume, Paolo Palminteri, che in stretto raccordo con la Farnesina, segue fin dal primo momento il caso ed è in contatto con le tre famiglie italiane per prestare loro ogni possibile assistenza.
BIMBI IN GRAVISSIME CONDIZIONI. I due bambini italiani versano in uno stato critico e sono in pericolo di vita. Lo hanno riferito i medici dell’ospedale di Spalato, dove sono stati trasportati d’urgenza dall’isola dalmata di Hvar con un elicottero dell’Aeronautica militare croata; entrambi hanno compromesse le funzioni di quasi tutti gli organi vitali e sono in terapia intensiva collegati ad un respiratore artificiale. “I due minorenni sono in prognosi riservata e non è possibile dire quanto potrebbe durare la terapia intensiva, ha detto alla stampa Branka Polic, capo del reparto di terapia intensiva pediatrica del centro ospedaliero di Spalato.
I medici hanno anche confermato che si può escludere un avvelenamento da cibo. “Nel sangue dei due bambini è stato rilevato un alto livello di carbossiemoglobina, che indica un’intossicazione da monossido di carbonio, ha spiegato Polic, precisando che spetta alla polizia individuare la sua fonte. La madre 46enne dei due bambini, anch’essa intossicata, è in condizioni stabili e si sta riprendendo in ospedale, mentre gli altri due italiani, tra cui il sindaco di Sant’Agata di Militello, l’ex senatore Bruno Mancuso e amico del manager deceduto, hanno mostrato sintomi di intossicazione molto più lievi”.
BARCA SEQUESTRATA E PIENA DI GAS TOSSICI. L’aria nelle cabine dell’imbarcazione è talmente contaminata che due inquirenti che stanno conducendo le indagini hanno chiesto assistenza medica. “Gli agenti con maschere antigas e bombole di ossigeno continuano ad entrare nelle cabine, per uscire appena pochi minuti dopo”. La stampa croata scrive che la fonte del gas tossico, probabilmente monossido di carbonio, sarebbe il generatore a diesel.
L’imbarcazione in questione è un caicco a vela, denominato Atlantia, lungo 21 e largo 7 metri, che nelle cinque cabine può accogliere fino a dieci persone. La barca, costruita nel 1992 in Turchia e ristrutturata nel 2015, con base nel porto di Spalato, in Dalmazia, è di proprietà della ditta Atlantia Cruisng. Il titolare dell’azienda, Zoran Bauk, non ha voluto parlare con la stampa. I quattro membri dell’equipaggio non hanno mostrato sintomi di intossicazione, ma sono in stato di choc. La barca era in offerta per noleggio nel picco dalla stagione turistica a 11.900 euro a settimana.
“Così è morto Eugenio Vinci”
di Tonino Demana. L'autopsia sul corpo del manager di Sant'Agata di Militello fa chiarezza sul decesso. Gravissimi i due figli. Il racconto-choc del sindaco Mancuso. VIDEO