Piazze di spaccio divise dalle bandiere

FOTO: NOMI E VOLTI DEGLI ARRESTATI

VIDEO: COSI' SI SPARTIVANO I RUOLI

Catania. Colpiti i clan Cappello-Bonaccorsi e i Cursoti milanesi: 40 arresti (I NOMI). A San Berillo Nuovo le zone di smercio della droga erano segnalate con i vessilli degli Usa e del Milan. VIDEO

CATANIA – Blitz della polizia di Catania contro due gruppi di spacciatori legati ad altrettanti clan mafiosi, i Cappello-Bonaccorsi e i Cursoti Milanesi. Nei loro confronti i poliziotti hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip su richiesta della locale Procura Distrettuale nei confronti di 40 indagati.
I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo mafioso. L’operazione, denominata ‘Tricolore’, ha colpito i gruppi che gestivano ‘piazze di spaccio’.
Nel rione popolare di San Berillo Nuovo esistevano due distinte “piazze di spaccio” di cocaina e marijuana, a breve distanza l’una dall’altra. La prima in corso Indipendenza, angolo via La Marmora, era gestita dal clan mafioso Cappello-Bonaccorsi, con a capo Lorenzo Christian Monaco, che aveva ricevuto da Salvatore Bonaccorsi e dal padre Salvatore, esponente apicale dei “Carateddi”, l’investitura per gestire l’attività. La seconda piazza, invece, in zona limitrofa alla prima e precisamente in via San Leone, era gestita dal clan dei Cursoti Milanesi.
Il confine tra le due piazze, dopo aspri dissidi che avevano visto esponenti dei Cursoti Milanesi percorrere armati le strade della città per contrastare i rivali, era contrassegnato dall’apposizione di due distinte bandiere, quella degli Stati Uniti d’America per il clan dei Cappello-Bonaccorsi, quella del Milan per il clan dei Cursoti-Milanesi.
Nel gennaio del 2017, erano già stati arrestati alcuni pregiudicati, sodali a Rosario Pitarà, detto “Sarettu u furasteri”, storico esponente apicale dei Cursoti Milanesi, in possesso di numerose armi da guerra e armi da fuoco clandestine in procinto di compiere un’azione di carattere dimostrativo contro il clan rivale.

I due gruppi mafiosi imponevano il loro controllo sul territorio tramite un articolato sistema di pusher, vedette e custodi della droga che garantivano la gestione delle due piazze di spaccio.
L’operazione, denominata “Tricolore”, intende riaffermare la presenza delle istituzioni all’interno di aree cittadine, trasformate in mercati della droga a cielo aperto, e difese dai gruppi mafiosi anche attraverso l’uso di armi.
I proventi dello spaccio erano destinati non solo all’autofinanziamento dei clan, ma anche al mantenimento dei sodali in carcere.

Durante l’operazione sono stati individuati i fornitori delle piazze di spaccio, legati alla criminalità organizzata campana. Inoltre, le indagini hanno consentito di risalire a soggetti che sin da subito sono apparsi coinvolti nel favoreggiamento della latitanza di Concetto Bonaccorsi, storico boss, col fratello Ignazio, dell’omonima famiglia, detta dei “Carateddi”, alleata con il clan Cappello.
Il monitoraggio telefonico e il pedinamento di questi soggetti, orbitanti in provincia di Pistoia, sono sfociati nel 2017 nell’individuazione dell’abitazione in cui Bonaccorsi si era rifugiato, consentendone l’arresto dopo una latitanza che durava dal settembre del 2016.
GLI ARRESTATI. Concetto Bonaccorsi, 33 anni; Roberto Pietro Bua, 23 anni; Giuseppe Campagna, 60 anni, detenuto; Saverio D’Orta, 23 anni; Orazio Fuselli, 36 anni, detenuto; Biagio Andrea Giuffrida, 27 anni; Massimo Gulisano, 49 anni; Giuseppe La Placa, 40 anni; Giuseppe Licciardello, 21 anni; Samuel Giovanni Linguanti, 28 anni;
Lorenzo Cristian Monaco, 31 anni; Edoardo Perciabosco, 29 anni; Giuseppe Pitarà, 36 anni; Antonio Piterà, 35 anni; Gabriele Giuseppe Piterà, 37 anni, detenuto; Matteo Piterà, 63 anni, attualmente agli arresti domiciliari; Giuseppe Ruscica, 43 anni, attualmente agli arresti domiciliari; Alessandro Russo, 40 anni; Giovanni Ivan Sangiorgio, 28 anni, detenuto; Pio Giuseppe Scardaci, 33 anni, attualmente agli arresti domiciliari; Alessandro Scalia, 41 anni, attualmente agli arresti domiciliari; Gianluca Sciuto, 33 anni, attualmente agli arresti domiciliari; Alfio Siriano, 25 anni, attualmente agli arresti domiciliari; Gaetano Spampinato, 29 anni; Ivan Torrisi, 32, detenuto; Rosario Zito, 39 anni; Salvatore D’Ambra, 37 anni, attualmente agli arresti domiciliari; Maria Barbara Gangemi, 42 anni; Sebastian Guardo, 23 anni, detenuto; Marco Palma, 24 anni; Giuseppe Santagati, 27 anni; Marco Andrea Santagati, 23 anni; Giordano Scuto, 24 anni; Salvatore Strazzanti, 42 anni, attualmente agli arresti domiciliari; Damiano Pergolizzi, 20 anni; Alessia Virruso, 33 anni.

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