Anas, mazzette per ridurre i controlli: “Moltissimi i lavori scorretti”

Un video incastra 3 funzionari catanesi

In manette addetti alla manutenzione di strade della Sicilia orientale. La Procura: "Una rete corruttiva tra dipendenti e imprenditori affidatari di appalti"

FOTO: COSI' FUNZIONAVA IL SISTEMA

CATANIA – Un giro di mazzette da parte da imprese affidatarie corruttrici che eseguivano le opere assegnate loro senza rispettare i capitolati tecnici e proponendo dei ribassi d’asta notevoli ed eseguendo lavori di qualità inferiore traevano un profitto, che poteva arrivare al 20% del valore dei lavori appaltati, che veniva condiviso con tre funzionari dell’Anas di Catania che avrebbero dovuto vigilare sulla corretta esecuzione dei lavori di manutenzione programmata di strade e raccordi della Sicilia Orientale, ora arrestati in flagranza di reato dalla Guardia di finanza nel corso di un’operazione denominata ‘Buche d’oro’: i geometri Riccardo Carmelo Contino, di 51 anni, Giuseppe Panzica, di 48, entrambi capi centro manutenzione, e un ingegnere, Giuseppe Romano, di 48, responsabile manutenzione programmata non appena hanno ricevuto si sono divisi i 10.000 euro consegnati negli uffici dell’Anas di Catania da un imprenditore nisseno.
Un sistema ritenuto dagli investigatori “di dimensioni molto più ampie”, che aveva come conseguenza un abbassamento degli standard di sicurezza sulle arterie stradali. Gli importi delle mazzette non erano commisurati all’importo dei lavori aggiudicati seppure al netto del ribasso ma al risparmio che potevano conseguire gli imprenditori eseguendo i lavori senza andare incontro a determinate spese.
“Il sistema corruttivo riguarda moltissimi degli interventi di manutenzione effettuati sulle strade della Sicilia Orientale – dice il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro -. Sappiamo che da circa tre anni la loro esecuzione è stata scorretta. Siamo in una fase molto avanzata per individuare tutti i responsabili di questo sistema”. Ai funzionari non corrotti e a quei pochi che non si sono fatti corrompere, secondo Zuccaro, “si deve addebitare quantomeno la grave responsabilità di essersi voltati altrove per non vedere quello che era di immediata percezione”.
Contino e Panzica sono stati rinchiusi in carcere, Romano è stato posto ai domiciliari ed ha reso un’ampia confessione sulla rete corruttiva nella quale sarebbero coinvolti anche altri funzionari dell’Anas e numerosi imprenditori. Gli investigatori durante una conferenza stampa hanno parlato di “molti altri indagati” tra cui una decina di imprenditori. Il Procuratore della Repubblica a Catania Carmelo Zuccaro ha detto che il sistema “si protrae da alcuni anni e coinvolge i vertici dell’Anas della Sicilia orientale e i funzionari di grado inferiore”.

Contino aveva competenza, tra l’altro, sulla manutenzione ordinaria e straordinaria del tratto della della SS 114 Orientale Sicula che va da Villasmundo a Siracusa, della diramazione San Gregorio – Catania dell’autostrada A18, del raccordo autostradale di Catania), dell’autostrada Catania – Siracusa, della SS 194 (Ragusana), SS 193 di Augusta.
Panzica sulla manutenzione ordinaria e straordinaria, tra l’altro, di un altro tratto della: SS 114 Orientale Sicula, dell’autostrada Catania – Siracusa e della SS 193 di Augusta. A determinare la dazione di denaro era il rilascio della certificazione dello Stato avanzamento lavori (Sal).
Nel corso di alcune perquisizioni nella sede dell’Anas di Catania sono stati rinvenuti e sequestrati contanti per circa 25.000 euro circa, denaro direttamente riconducibile alle più recenti dazioni corruttrici.
Al momento del blitz delle Fiamme Gialle sono stati trovati 3.300 euro nell’ufficio di Contino e 3.700 euro nell’ufficio di Panzica. Romano, che nel frattempo si era allontanato dalla sede dell’Anas, venuto a conoscenza dell’intervento in corso, prima di rientrare nel suo ufficio aveva gettato via da finestrino della sua auto prima di rientrare in ufficio 3.000 euro in contanti che gli erano stati consegnati da Contino. Nell’abitazione di Romano la guardia di finanza ha inoltre trovato 18.200 euro in contanti relativi ad altre tangenti.
“I fatti accaduti sono gravissimi e inaccettabili – commenta l’Anas -; siamo un’azienda sana, fortemente impegnata nel contrasto dell’illegalità e in particolare della corruzione. Anas, oltre a condannare in maniera netta l’episodio garantendo che i responsabili saranno perseguiti con assoluto rigore, rafforzerà ulteriormente le misure interne di controllo per evitare il ripetersi di questi episodi”.

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