CATANIA – Qualche timido segnale di luce per gli asili nido comunali di Catania. I lavoratori ed il rappresentante sindacale Snalv Confsal, Antonio Santonocito, hanno incontrato l’assessore ai Servizi sociali, Giuseppe Lombardo, che ha illustrato la strategia dell’Amministrazione comunale, che comunque deve fare i conti con il dissesto finanziario dell’Ente.
Alle luce delle difficoltà legate ai fondi ministeriali Pac e dello stanziamento di circa 15 milioni di euro da parte della Regione siciliana per i comuni che ampliano la loro offerta di asili nido, l’Amministrazione catanese vorrebbe accedere alla proposta regionale, inglobando gli asili fino all’anno scorso gestiti con i Pac, nell’ambito dell’offerta comunale. Così facendo aumenterebbero gli asili pubblici a Catania e i fondi a cui attingere per il servizio non sarebbero più legati al Ministero, ma a Comune e Regione.
“I lavoratori si sentono un po’ rasserenati dall’annuncio dell’assessore Lombardo – spiega Santonocito – e speriamo che l’idea vada in porto perché permetterebbe una volta per tutte di eliminare il problema dei trasferimenti statali e quindi il problema dei pagamenti legati ai fondi Pac, ma si tratta di interventi che richiedono tempo e che si riferiscono al futuro.
Restano in sospeso i problemi legati al pagamento degli stipendi del servizio già svolto. Sono ben nove le mensilità arretrate (quattro del 2018 e cinque del 2019). Alcuni mesi dell’anno in corso, secondo quanto sapere dalla cooperativa Consorzio 45, dovrebbero arrivare in poche settimane come anticipo da parte della cooperativa stessa, ma rimane tutto il resto.
Relativamente alle mensilità del 2018 sembra che aleggi il mistero. Non si hanno notizie e ai lavoratori non rimane che sperare di ottenere quel che gli spetta. Continuiamo a rimanere in allerta, pronti a fare sentire la voce dei lavoratori che svolgono un servizio fondamentale per la città”.
Asili nido, caccia ai finanziamenti regionali
Servizio fermo, il Comune di Catania cerca di reperire fondi per poterlo avviare in tempi ragionevoli. Santonocito: "Restiamo in allerta"