CATANIA – Sono passati 21 anni dalla prima edizione di Atreju, la festa che oggi è di Fratelli d’Italia ma che un tempo era di Azione Giovani. Salvo Pogliese la ricorda bene: la fatica, l’impegno, le telefonate senza cellulare per portare a Roma i giovani militanti della destra sociale siciliana, perché il confronto e le idee sono il sale della democrazia.
Oggi “Salvuccio”, come lo chiamano i giovani catanesi, torna a calcare quel palco nella giornata più importante dell’edizione 2019, alla chiusura di una tre giorni partecipatissima dove anche il premier Giuseppe Conte e il leader ungherese Orban non hanno voluto far mancare la propria presenza. Giorgia Meloni ci crede, è lei il collante di questo percorso che parte dal basso, dai municipi, dai giovani che dal Fronte di allora oggi amministrano piccole e grandi comunità. E stamattina quei giovani, oggi adulti, li ha messi in vetrina la leader di FdI per dare visibilità alla loro attività politica in un confronto dal titolo “Le buone pratiche degli amministratori di Fratelli d’Italia”.
“I sindaci di Fratelli d’Italia sono il segno tangibile di una classe dirigente all’altezza del ruolo che ricoprono perche’ ci siamo formati alla politica sin dal nostro percorso giovanile. Siamo riusciti, per esempio, a far diventare Catania, dove ho raccolto un pesante dissesto finanziario provocato dal centrosinistra, la prima città in Italia che rilascia le concessioni edilizie in appena 24 ore” spiega Pogliese intervistato dal giornalista Nicola Porro.
“Grazie al governo uscente abbiamo salvato la mia città, la riconoscenza è importante e non deve essere dimenticata. Se non fossero intervenuti Stefano Candiani, Matteo Salvini e Laura Castelli lo scorso 1° luglio avrei dovuto licenziare 1.300 lavoratori di due società partecipate. Sarebbe stata un’emergenza sociale”.
Pogliese cita la sburocratizzazione delle concessioni edilizie e insiste sull’applicazione della Tari in bolletta elettrica, “un aiuto che consentirebbe alla sola città di Catania di reperire 40 milioni di risorse aggiuntive”.
Davanti a una sala stracolma sottolinea fieramente le sue origini politiche. “Se non fossi stato un uomo cresciuto all’interno di questa comunità, probabilmente non avrei mai lasciato una comoda poltrona come quella di Bruxelles con scelta eretica”.
Alla kermesse di Fratelli d’Italia ha partecipato una corposa delegazione catanese, composta tra gli altri, dall’europarlamentare Raffaele Stancanelli e l’assessore regionale al Turismo Manlio Messina, che hanno parlato dei loro ruoli istituzionali in alcuni tavoli dedicati, dai sindaci di Gravina di Catania e di Biancavilla e da numerosi amministratori locali.
“I Comuni rappresentino non solo l’istituzione piu’ vicina al popolo ma anche come Fratelli d’Italia, con i propri primi cittadini, abbia saputo e sappia incarnare la virtuosita’ patriottica dei governi locali” spiega Guido Castelli, responsabile nazionale Enti Locali di FdI. “La crescita esponenziale registrata da Fratelli d’Italia a livello amministrativo documenta la sempre maggiore credibilità della sua classe dirigente. Nei territori c’e’ una destra che sa governare e che, allo stesso tempo, nutre di ideali le comunità. Sindaci, assessori e presidenti di Provincia, insieme alle centinaia di consiglieri di FdI nei Comuni d’Italia, sono le avanguardie di un patriottismo municipale che saprà sostenere, dalle Alpi alla Sicilia, la sfida alle stelle lanciata da Giorgia Meloni”.
Twitter: @LucaCiliberti
La sfida della Meloni passa dai Comuni. Pogliese ad Atreju: “Subito Tari in bolletta”
L.Cil. Il sindaco di Catania in testa alla delegazione siciliana alla festa di Fratelli d'Italia: "Questa è la comunità in cui sono cresciuto"