a.cig.) C’è sempre una punizione di mezzo. Anzi, due. Stavolta però non parliamo di sanzioni disciplinari, ma di calci piazzati. Di Ciccio Lodi, quindi. Una sentenza, come e più di sempre.
Due splendidi colpi mancini del regista illuminano la notte rossazzurra. E’ sua la firma in calce sul poker alla Cavese che prolunga il filotto casalingo aperto da inizio campionato e che vale al numero 10, giunto a quota 5 centri, addirittura il primo posto tra i cannonieri insieme con Castaldo.
Malfermo in trasferta, il Catania ritrova al Massimino punti e un po’ di serenità. Terza vittoria su tre gare disputate sul campo amico e secondo posto in classifica a -1 dal duo di vetta formato da Catanzaro e Ternana. Quello contro i biancoblu – che qui nella stagione passata ne avevano presi cinque – è il successo più largo del trittico interno e restituisce slancio agli etnei in vista della dura doppia trasferta che li vedrà impegnati in sequenza contro Reggina e Ternana, due delle prime quattro in graduatoria.
Le due chirurgiche punizioni a giro di Lodi, trasformate con una naturalezza tale da farle sembrare rigori, aprono e chiudono le danze. In mezzo, una prestazione che tenta di riannodare il filo del discorso tattico spezzatosi dopo la sconfitta a Potenza. Il ritorno al 4-3-3 fa bene ai rossazzurri, più a loro agio con un sistema di gioco maggiormente adatto ad assecondare la vocazione offensiva invocata da Camplone e anche le caratteristiche dei singoli.
Dopo l’infelice parentesi con 3-5-2, il tecnico rossazzurro torna al modulo abituale recuperando in tempo Silvestri nel cuore della difesa, dove Mbende viene preferito a Esposito per la seconda maglia da centrale, concedendo a Rizzo il debutto stagionale da titolare in campionato e restituendo una maglia dal 1′ a Di Molfetta nel tridente.
Non è una sfida allo specchio, però, perché Campilongo, privo dell’attaccante Germinale, preferisce cautelarsi con un centrocampista in più, Castagna, piuttosto che puntare sull’attacco a tre con Sainz Maza o Russotto, grande ex della gara confinato in panca, accanto a El Ouazni e Di Roberto. Scelta, quella del tecnico ospite, che prelude a un atteggiamento molto meno a viso aperto di quanto Camplone non avesse detto di aspettarsi alla vigilia.
In effetti la Cavese resta bassa per l’intero primo tempo, approcciato con decisione dai padroni di casa, desiderosi di lasciarsi alle spalle la brutta prova di Monopoli. L’iniziativa è dei rossazzurri, che collezionano cinque angoli nei primi venti minuti esibendo ritmo, i movimenti senza palla mancati nelle ultime due trasferte e ampiezza sulle fasce grazie al lavoro dei due esterni d’attacco, stavolta schierati non a piede invertito, e agli inserimenti di Calapai, vivace sulla destra. Mentre le curve contestano Lo Monaco, i padroni di casa si rendono pericolosi con un destro a giro fuori di poco di Di Molfetta e sbloccano il risultato con un classico: punizione a giro di Lodi da venti metri e palla nel sacco.
Se il centravanti ospite El Ouazni si vede solo una volta, quando evita il fuorigioco ma ciabatta male sul fondo, dall’altra parte Di Piazza manca per un pochi centimetri un paio di appuntamenti con palloni invitanti provenienti dalle fasce, si vede correttamente annullato per offside un gol sulla migliore combinazione della prima frazione (protagonisti i dinamici Welbeck e Calapai) e a pochi secondi dal riposo fa centro muovendosi con istinto da bomber vero su un lancio di Lodi: movimento errato della difesa avversaria, palla ben protetta dalla marcatura di Marzorati e girata vincente (foto Galtieri, sotto).
Preso atto di come le scelte iniziali non siano state azzeccate, Campilongo torna sui suoi passi rispolverando il 4-3-3 con l’ingresso di una vecchia conoscenza del Massimino: Andrea Russotto, in campo al posto di D’Ignazio (in affanno su Calapai), con conseguente passaggio alla difesa a quattro. La linea avanzata cambia del tutto con l’ingresso di De Rosa e Sainz Maza, ma a non cambiare è la partita, visto che la Cavese non sembra avere la forza per esercitare una seria pressione.
E’ il Catania a farsi vedere ancora in avanti con gli spunti di Mazzarani e Di Molfetta (due volte), sempre conclusi da tentativi fuori bersaglio. L’amministrazione del risultato è piuttosto serena, almeno sino a un quarto d’ora dalla fine, quando Sainz Maza incoccia al limite dell’area sul legnoso Mbende procurandosi con astuzia il penalty che potrebbe riaprire la contesa. Sul dischetto va Claudio De Rosa, 38 anni a novembre e un rigore segnato proprio contro gli etnei allo scadere nel beffardo 2-2 a Cava dello scorso campionato: stavolta, però, finisce col pallone che sbatte sul palo alla destra di Furlan (che aveva intuito) e gli etnei a esultare (foto Galtieri, sotto).
I giochi si chiudono qui, la conta dei gol no. Il Catania trova il tempo di farne altri due: il 3-0 è un’autorete di Marzorati, che nel tentativo di anticipare Curiale su traversone basso di Pinto spinge il palllone nella sua porta, il quarto è un’altra perla su punizione di Lodi messa a segno proprio allo scadere con facilità quasi irrisoria (foto Galtieri, sotto). In confronto, c’è chi fa più fatica a segnare un rigore.
CATANIA-CAVESE 4-0
Catania (4-3-3): Furlan 6; Calapai 6.5, Mbende 5.5, Silvestri 6 (33′ st Esposito 6), Pinto 6; Rizzo 6 (21′ st Dall’Oglio 6), Lodi 8, Welbeck 7; Di Molfetta 6.5 (33′ st Distefano sv), Di Piazza 7 (24′ st Curiale 6), Mazzarani 6.5 (21′ st Llama 6). In panchina Martinez, Coriolano, Biondi, Noce, Pino, Giuffrida. Allenatore: Camplone 7.
Cavese (3-5-2): Bisogno 5; Matino 5, Rocchi 5, Marzorati 4.5; Nunziante 5.5, Matera 5.5, Castagna 6 (33′ st Stanges sv), Favasuli 5.5 (16′ st Sainz Maza 6), D’Ignazio 5 (1′ st Russotto 5.5); Di Roberto 5 (10′ st Addessi 5.5), El Ouazni 5 (10′ st De Rosa 5). In panchina: Kucich, Spaltro, Polito, Marzupio, Galfano, Guadagno, Goh. Allenatore: Campilongo 5.
Arbitro: Maggio di Lodi 5.5.
Reti: 19′ pt Lodi, 46′ pt Di Piazza; 43′ st Marzorati (aut), 51′ st Lodi.
Note: ammoniti Matino, Nunziante, Matera. Angoli 5-1 per il Catania. Recupero 1′ e 4′.