ROMA – Senza bisogno di ‘passaggi’ sulle navi delle ong, ogni giorno decine e decine di migranti su barchini ‘fantasma’ continuano a bucare il dispositivo di sorveglianza ed arrivare direttamente in Sicilia (a Lampedusa soprattutto), ma anche in Sardegna e Calabria. Sono proprio questi sbarchi a costituire la grande maggioranza delle 6.342 persone giunte via mare nel 2019 sulle coste italiane. A settembre il fenomeno si è intensificato, complice il meteo favorevole ma anche l’aumentata instabilità di Libia e Tunisia, i porti di partenza delle imbarcazioni.
E c’è preoccupazione al Viminale. I numeri indicano infatti che settembre è il primo mese dell’anno che fa registrare il sorpasso degli arrivi rispetto all’analogo mese del 2018 (oltre 1.300 contro 947). Il sindacato di polizia Sap ha contato 570 persone arrivate a Lampedusa nelle ultime due settimane. In mattinata un barchino ha portato sull’isola una ventina di migranti. Appena sottocosta hanno raggiunto in modo autonomo la terraferma. Nel primo pomeriggio nel porto ha attraccato un’imbarcazione con 108 a bordo. Ed è di nuovo crisi per l’hotspot che in mattinata era stato alleggerito da 80 ospiti trasferiti a Porto Empedocle.
A fronte di una capienza massima di 95 persone, la struttura deve far fronte al doppio delle presenze. Il ritmo serrato delle partenze è la spia degli allentati controlli sulle coste tunisine e libiche. In Tunisia – Paese con il quale l’Italia ha un accordo per i rimpatri – domenica si è svolto il primo turno delle elezioni presidenziali. Ci sono quindi equilibri politici che devono essere trovati con riflessi sui presidi di sicurezza attorno ai porti. In Libia la guerra Haftar-Serraj crea problemi anche al tentativo di bloccare i flussi migratori. Il tema è stato discusso oggi a Palazzo Chigi dove il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ricevuto proprio il premier del Governo di accordo nazionale libico.
Intanto, dopo il doppio salvataggio di ieri in zona di ricerca e soccorso libica, la Ocean Viking ha chiesto un place of safety (un porto sicuro) dove sbarcare i 109 migranti presi a bordo. Dalla Libia è arrivata l’indicazione del porto di Homs. Naturalmente rispedita al mittente da Sos Mediterranee e Medici senza frontiere che gestiscono la nave. La Libia, spiegano le ong, “come costantemente stabilito dall’Unhcr, non è un porto sicuro. La Ocean Viking chiede quindi un’alternativa”. Stesso copione della settimana scorsa quando è stata poi l’Italia a concedere il ‘Pos’ alla nave.
E, dopo lo scontro di ieri con l’Italia per l’accoglienza di 90 soccorsi, anche oggi Malta è stata al centro di un braccio di ferro. Alarm Phone in mattinata aveva informato le autorità dell’isola sulla presenza di un barchino in difficoltà con 45 a bordo vicino Malta, senza avere risposte per alcune ore. “Siamo in mare da due giorni. Abbiamo bisogno di acqua. Una donna incinta sanguina e forse ha perso il bambino”, questo il messaggio arrivato dalla barca secondo quanto riportato dal servizio telefonico a disposizione di chi attraversa il Mediterraneo. Le forze armate maltesi hanno poi soccorso nel pomeriggio i 45.
Sbarchi fantasma in aumento
Decine di migranti continuano ad arrivare in Italia a bordo dei barchini eludendo i controlli: 570 a Lampedusa negli ultimi 15 giorni