ROMA – Il reclutamento dei docenti precari è così male organizzato che pur in presenza di una mole altissima di precari storici, non tutti sotto contratto, i dirigenti scolastici, per coprire le tante cattedre vuote, si stanno rivolgendo agli studenti non ancora laureati che hanno prodotto una semplice domandina alle scuole con il sistema, nemmeno previsto dalla legge, della ‘messa a disposizione'”.
La modalità viene denunciata dall’Anief, dopo che si è allungata la lista delle regioni, come Veneto, Lombardia e Piemonte, ma anche del Sud, come Sardegna, Abruzzo e la Sicilia, con sempre più graduatorie ad esaurimento e di merito prive di candidati: a mancare all’appello sono soprattutto docenti di sostegno, italiano, matematica e discipline tecniche alle superiori.
“Se la politica avesse dato retta all’Anief e all’Unione europea – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale di Anief – non saremmo ridotti in questo stato. Sarebbe bastato prevedere dei canali di accesso ai ruoli attraverso graduatorie di istituto provinciali per tutti i docenti e laureati ivi inseriti, scorrendo, le graduatorie di merito esistenti, senza licenziare il personale assunto con riserva. È un paradosso, nel Paese del mondo col più grande numero di aspiranti insegnanti, nelle scuole si deve tamponare con la chiamata diretta dei laureandi: peggio di così non si poteva fare.
Speriamo che il ministro Fioramonti ci ascolti”. “Se in un Paese moderno, come l’Italia, decine e decine di migliaia di supplenze della scuola pubblica vengono affidate ai presidi, c’è qualcosa che non quadra: perché i poveri dirigenti scolastici, prima tentano di reperire i supplenti con le graduatorie d’istituto di seconda e terza fascia. Sempre più spesso – conclude il sindacato – si rendono conto che queste liste non bastano”.
Scuola, cattedre “vacanti” ed il rebus dei precari
Anief: "Da nord a sud tante graduatorie prive di candidati", appello al nuovo ministro Fioramonti