ROMA – Ancora una volta un fiume di denaro pubblico viene riversato nelle casse di Alitalia per continuare a farla volare. Secondo la bozza aggiornata del decreto fiscale approvato salvo intese, il governo concederà alla compagnia un ulteriore prestito ponte di 350 milioni di euro per la durata di sei mesi per “indilazionabili esigenze gestionali”. Nel decreto fiscale, anche se il Consiglio dei ministri ha deliberato salvo intese, “confermo che c’è una previsione” per Alitalia e “il governo è pronto a fare la sua parte. Alitalia certamente non resta a terra”, ha detto il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli.
Circa la concessione di una nuova proroga, il ministro ha spiegato che “devo aspettare che siano i commissari a scrivermi per esplicitare quello che è successo in questo periodo” e “i commissari non mi hanno ancora scritto”. Visto che Fs e Atlantia hanno chiesto almeno altre otto settimane per definire l’offerta finale, si è reso necessario un ulteriore prestito. Dei 900 milioni del primo prestito ponte, sul quale l’indagine della Ue è ancora in corso, sono rimasti nelle casse di Alitalia al 30 settembre solo 310 milioni di euro e con l’inizio della bassa stagione, che significa meno biglietti venduti, sono destinati ad esaurirsi rapidamente.
La compagnia proseguirà quindi a volare con soldi pubblici in amministrazione straordinaria, come sta facendo dall’aprile del 2017 quando Etihad staccò la spina e i lavoratori bocciarono successivamente in un referendum un piano di ricapitalizzazione da due miliardi di euro e con circa 1.000 esuberi. Con questa ultima iniezione di capitale, la somma spesa dallo Stato negli ultimi 40 anni per tenere in piedi l’ex compagnia di bandiera sale a oltre nove miliardi di euro. Alla luce del nuovo prestito le associazioni dei consumatori hanno già annunciato battaglia.
“Se il governo concederà l’ennesimo prestito ad Alitalia saremo costretti a presentare una nuova denuncia alla Commissione Europea per illecito aiuto di Stato”, afferma il Codacons. Nel frattempo la compagnia deve affrontare una grana dell’ultima ora. Etihad chiede il pagamento di 75 milioni di dollari per il leasing dell’Airbus A340 stipulato nel 2016 con l’allora governo Renzi, il cosiddetto ‘Air Force Renzi’. “Il tentativo di Alitalia di terminare l’accordo vincolante con Etihad non ha validità”, afferma la compagnia di Abu Dhabi, sottolineando che “Alitalia resta vincolata alle condizioni concordate al momento della firma del contratto”.
E “pertanto Etihad ha deciso di portare Alitalia in tribunale al fine di ottenere un risarcimento dei danni subiti a causa della violazione del contratto”.