a.cig.) E il Catania scoprì il pareggio. Dopo le dieci giornate di campionato della gestione Camplone cadenzate esclusivamente da vittorie e sconfitte, i rossazzurri impattano per la seconda volta in altrettante uscite con Lucarelli in panchina.
Identico esito contro Bisceglie e Bari, storia e valutazione diverse. Se nel turno infrasettimanale gli etnei avevano dato l’impressione di non avere ancora smaltito lo shock post Vibonese vedendo sfumare la vittoria nel finale contro un avversario assai modesto, stavolta quella che va in campo contro un rivale di ben altro spessore e in ottima salute (quattro vittorie e due pari nelle sei gare del ciclo Vivarini) è una squadra più tonica, compatta e volitiva.
Ovvio che il bottino di due punti nel doppio turno casalingo non possa essere soddisfacente, ma rispetto al gruppo molle e disorientato ereditato in seguito alla cinquina in Calabria il Catania targato Lucarelli pare innanzitutto avere ritrovato equilibrio e spirito combattivo, requisiti imprescindibili in un campionato come quello di Serie C. Il resto, con un organico limitato e azzoppato da varie assenze, non è semplice da ottenere, soprattutto nell’immediato.
Il tecnico livornese sta ripartendo da due-tre capisaldi: restituire fiducia ai suoi uomini, stabilizzare una fase difensiva sinora traballante e trovare una formula adeguata per recuperare alla causa alcuni elementi sinora defilati per ragioni diverse. Da qui nasce al conferma del 3-5-2 e un undici iniziale senza sorprese con Biagianti ancora centrale difensivo, a metà strada tra il libero e il regista arretrato, Lodi mezzala e le due novità Dall’Oglio e Pinto sul centrosinistra a rilevare Rizzo e Marchese.
Il Catania parte col piede giusto. Deciso e intenso. Il tiro di Dall’Oglio che dopo due minuti chiama Frattali alla prima parata di 45 minuti impegnativi apre un primo tempo piacevole, giocato sotto il diluvio da due formazioni che non si accontentano.
Il Bari, che a sua volta propone il 3-5-2 previsto con Schiavone al posto dell’acciaccato Bianco in mediana, si affaccia due volte in avanti con Costa, uno degli uomini da tenere d’occhio in una squadra che fa del gioco sui quinti di centrocampo uno dei propri punti di forza: Furlan si fa trovare pronto in entrambe le circostanze. Il portiere che corre i pericoli maggiori, comunque, è il collega barese.
I rossazzurri puntano sulla velocità di Di Piazza, a tratti davvero esplosivo, contro difensori strutturati (Sabbione, Di Cesare) per attaccare gli spazi e mettere in difficoltà la corazzata del torneo facendo così correre due-tre seri brividi agli ospiti.
I cinque minuti nei quali l’incontro potrebbe cambiare davvero sono quelli tra il 20′ e il 25′. Gli etnei recriminano in primis per un gol divorato da Mazzarani, che dopo una sgommata di Di Piazza con tiro a botta quasi sicura ribattuto alla disperata da Sabbione si trova nell’area piccola un pallone a porta spalancata ma calcia incredibilmente a lato per la sua disperazione e quella dei tifosi del Massimino.
Pochi istanti e un altro urlo rimane strozzato in gola, stavolta per un tocco di braccio di Awua all’interno dell’area su traversone di Lodi: è rigore, che l’arbitro Marchetti declassa a punizione dal limite tra le proteste dei padroni di casa. Il numero 10 rossazzurro prova a fare giustizia sul calcio piazzato seguente, ma Frattali ci arriva con un bel tuffo.
La replica biancorossa è in un tiro a lato di Folorunsho, subentrato a Scavone dopo appena un quarto d’ora, e una conclusione di Simeri, più insidiosa e respinta da Furlan, ma anche nel finale di tempo le occasioni migliori sono di marca etnea: Frattali dice no a un destro al volo di Di Piazza su cross di Calapai prolungato da Dell’Oglio, quindi è lo stesso Dall’Oglio a girare oltre la traversa su un corner da sinistra.
A un primo tempo energico fa seguito una ripresa a ritmi quasi inevitabilmente ridotti. Il Catania, che ha speso molto, tiene il campo senza rischiare nulla o quasi dimostrando di avere guadagnato qualcosa nella fase di non possesso, ma si propone in avanti con minore frequenza non andando oltre un gol annullato a Mazzarani per offside sugli sviluppi di una punizione.
Lucarelli ci prova con i cambi: dentro Rizzo per Dall’Oglio e Barisic per Lodi e spazio al 3-4-3 con Mazzarani e lo sloveno larghi in avanti, ma appena Vivarini replica optando per il 4-3-1-2 con il subentrato Floriano trequartista l’allenatore livornese si riposiziona tornando al 3-5-2 e abbassando Mazzarani nel ruolo di mezzala.
Mosse che non alterano gli equilibri, anche perché i nuovi entrati in casa rossazzurra non hanno un buon impatto sul match. Il Bari ci prova solo con un diagonale fuori misura di Folorunsho e si accontenta. Il Catania, per ora, anche.
CATANIA-BARI 0-0
Catania (3-5-2): Furlan 6.5; Mbende 6, Biagianti 6, Silvestri 5.5; Calapai 6, Lodi 5.5 (26′ st Barisic 5), Welbeck 6, Dall’Oglio 6 (25′ st Rizzo 5.5), Pinto 5 (36′ st Marchese sv), Mazzarani 5, Di Piazza 6.5. In panchina: Martinez, Biondi, Noce, Saporetti, Bucolo, Catania, Curiale, Rossetti, Distefano. Allenatore: Lucarelli 6.5
Bari (3-5-2): Frattali 7; Sabbione 6, Di Cesare 6, Perrotta 6; Berra 5.5, Awua 6.5 (45′ st Terrani sv), Schiavone 5.5, Scavone sv (15′ pt Folorunsho 5), Costa 6.5 (28′ st Floriano 6); Antenucci 5.5 (28′ st Ferrari 5.5), Simeri 6 (45′ st Neglia sv). In panchina: Marfella, Liso, Corsinelli, Cascione, Esposito, Kupisz, Bianco, Folorunsho. Allenatore: Vivarini 6.
Arbitro: Marchetti di Ostia Lido 5.
Note: spettatori 7.807 (abbonati 5.685, paganti 2.122, ospiti 334), incasso 21.305,20 euro. Ammoniti: Berra, Costa, Folorunsho, Schiavone, Silvestri. Angoli: 5-2. Recupero: 1′, 3′.