a.cig.) Metti che il Catania è reduce da due sconfitte esterne di fila che lo hanno allontanato dalle prime posizioni. Considera che l’avversario, con tutto il rispetto, non ha l’appeal del Liverpool o del Real Madrid. Aggiungi le tensioni dell’ambiente e uno stadio semivuoto ed ecco servito il vago senso di sconforto che attraversa il Massimino alla fine del primo tempo.
Lo zero a zero con il quale gli etnei vanno al riposo dopo 45 minuti contro il Picerno è sintomatico delle difficoltà di un gruppo che vive un momento delicato sotto diversi aspetti. Ci vuole un gol di Mazzarani, il più vispo in casa rossazzurra negli ultimi tempi, per consegnare al Catania la quarta vittoria interna su altrettanti incontri, necessaria per compensare il filotto negativo in trasferta (quattro ko consecutivi) e per tirare un po’ su, in classifica e nel morale, un gruppo non in grande salute.
Il successo casalingo, però, non rappresenta un vero momento di crescita sul piano del gioco, dell’identità, della personalità e delle certezze che a questa squadra sembrano ancora mancare. Sotto gli occhi dei compagni in castigo disciplinare (avvistati in tribuna Biagianti e Bucolo) e dell’ex ds del Siracusa Laneri, seduto accanto a Ezio Raciti, tecnico degli aretusei lo scorso anno, e subito accostato al posto lasciato libero da Argurio, Lodi e soci la spuntano di misura denunciando più di un impaccio sia nella fase propositiva sia in quella difensiva.
E’ vero, Furlan non subisce gol contro una rivale che lontano da casa aveva sempre segnato, ma la sensazione di insicurezza lì dietro resta come restano le difficoltà di gestione del risultato di una formazione che una volta in vantaggio non riesce a chiudere la partita tremando sin troppo contro un avversario dignitoso ma nulla più.
Neppure certe scelte di Camplone aiutano. Il tecnico rossazzurro sbaglia la formazione iniziale preferendo Llama a Welbeck, Rizzo a Dall’Oglio, Curiale a Di Piazza e completando il tridente con Barisic. Mosse in parte annunciate e in parte meno ma complessivamente dall’esito infelice, tanto che Llama, spesso in ritardo e fuori posizione, e Barisic, palesemente a corto di condizione e assai impreciso, vengono rimpiazzati per disperazione con Welbeck e Rossetti dopo appena 40 minuti.
Pochi istanti prima lo stesso Camplone aveva allargato le braccia in modo sconsolato di fronte all’ennesimo errore banale, sintesi di un primo tempo nel quale il Catania rimane contratto e inconcludente, neutralizzato da un avversario dalla cifra tecnica modesta ma al quale è sufficiente chiudersi con undici uomini al di sotto della linea della palla rimodulando il teorico 3-5-2 di partenza in un 5-3-2 per correre zero rischi.
Un quasi autogol di Guerra su traversone di Pinto e un innocuo rasoterra dal limite di Barisic rappresentano l’intera produzione offensiva degli etnei, ai quali non basta accentrare Mazzarani, a tratti quasi trequartista, per trovare quel fraseggio tra le linee che gli ospiti hanno mostrato di soffrire nelle uscite precedenti. Inevitabile, se la manovra si sviluppa lentamente, complice un altro pomeriggio anonimo di Lodi, spesso schermato da Nappello.
Per assurdo – o forse no – il tentativo offensivo più rilevante sino all’intervallo è del Picerno, che poco oltre la mezz’ora ci prova con una conclusione da 25 metri di Melli sulla quale Furlan si distende bene deviando in angolo.
Camplone, che ha come attenuante l’esiguità delle opzioni disponibili tra infortuni e limiti d’organico, corregge gli errori iniziali nell’intervallo lasciando negli spogliatoi anche Rizzo, altro elemento in chiaro affanno, e buttando nella mischia Di Piazza, schierato largo accanto a Curiale e Rossetti con Mazzarani arretrato a muoversi da mezzala.
Le cose vanno meglio, anche perché il Catania la sblocca subito: Welbeck serve in area Curiale, sul cui tentativo vanno a chiudere Fontana e il portiere Cavagnaro, la palla resta nell’area piccola e Mazzarani è il più lesto di tutti a ribadire in rete siglando il quarto gol stagionale.
Gli etnei sembrano accelerare e anche Curiale, vistosi poco sin lì, pare scuotersi con due conclusioni ravvicinate fuori bersaglio. I padroni di casa, però, rischiano grosso poco dopo, quando Nappello riesce a farsi luce in area ma conclude in modo debole trovando la pronta risposta di Furlan. La traversa scossa da Rossetti con una potente botta di destro da oltre venti metri è l’immediata risposta dei rossazzurri, che però cominciano progressivamente ad abbassarsi.
Camplone inserisce Dall’Oglio per Curiale riportando avanti Mazzarani, ma il Catania non riparte più. Un peccato, anche perché quando accade sfiora il raddoppio che chiuderebbe i giochi (girata di Mazzarani alta su affondo di Calapai, poi rilevato da Biondi). C’è da trattenere il fiato sino alla fine, complici un gol annullato giustamente a Calabrese per fuorigioco su una deviazione sotto misura su tiro di Sambou e un fuorigioco quantomeno dubbio fischiato a Dall’Oglio involatosi verso la porta.
Alla fine la missione è compiuta. Il Catania prolunga la serie di vittorie in casa. Ma il malato non è guarito.
CATANIA-PICERNO 1-0
Catania (4-3-3): Furlan 6.5; Calapai 6.5 (41′ st Biondi sv), Mbende 5.5, Silvestri 6, Pinto 5.5; Rizzo 5 (1′ st Di Piazza 5.5), Lodi 5, Llama 5 (40′ pt Welbeck 6); Barisic 5 (40′ pt Rossetti 6), Curiale 5.5 (29′ st Dall’Oglio 5.5), Mazzarani 6.5. In panchina: Martinez, Coriolano, Noce, Pino, Catania, Distefano. Allenatore: Camplone 6.
Picerno (3-5-2): Cavagnaro 6; Caidi 6, Fontana 5.5, Bertolo 6 (26′ st Fiumara 6); Melli 6.5 (39′ st Ruggieri sv), Kosovan 6, Vrdoljack 6, Pitarresi 6, Guerra 5.5 (17′ st Calabrese 6); Sparacello 5.5, Nappello 6 (37′ st Sambou sv). In panchina: Fusco, Priola, Lorenzini, Langone. Allenatore: Giacomarro 6.
Arbitro: Monaldi di Macerata 6
Reti: 2′ st Mazzarani.
Note: spettatori 7.301 (5.685 abbonati, 1.616 paganti, incasso 14.998 euro). Ammoniti: Rizzo, Bertolo, Kosovan, Llama, Nappello, Furlan, Lodi, Rossetti, Camplone. Angoli: 6-5 per il Picerno. Recupero:
1′, 5′.