PALERMO – Centinaia di persone, fra cui delegazioni di ultras provenienti da tutti la Sicilia, hanno preso parte a un dibattito a Palermo per sostenere l’innocenza di Antonino Speziale, il giovane condannato per l’uccisione dell’ispettore capo Filippo Raciti, morto il 2 febbraio 2007 a Catania nel corso di scontri tra le forze dell’ordine e un gruppo di circa 250 ultras etnei in occasione del derby con il Palermo.
Speziale, che all’epoca dei fatti aveva 17 anni, è stato condannato a otto anni con sentenza definitiva. La difesa ha sempre sostenuto che l’ispettore Raciti sarebbe rimasto vittima di “fuoco amico”, ferito da un mezzo della polizia.
All’incontro, che si è svolto nel centro sociale Anomalia di Palermo, nel cuore del quartiere popolare Borgo Vecchio, hanno partecipato delegazioni delle tifoserie organizzate di Palermo, Catania, Marsala, Sciacca e di tante altre squadre dell’isola in un fronte del tifo organizzato “contro la repressione e per l’affermazione della verità sul caso Raciti”.
Nel corso della manifestazione è stato presentato un libro di Simone Nastasi, “Il caso Speziale – cronaca di un errore giudiziario”, e sono anche intervenuti i giornalisti Giuseppe Lo Bianco e Piero Messina, che con i loro articoli hanno contestato la ricostruzione degli inquirenti.
Le iniziative degli ultras, che in occasione di una recente partita del Palermo hanno anche esposto uno striscione chiedendo la liberazione di Speziale, sono state duramente criticate dalle vedova del poliziotto ucciso che le ha definite una “offesa” alla memoria del marito.
Centinaia di ultras al raduno per Speziale: “Non è vero che ha ucciso Raciti”
A Palermo delegazioni di tifosi da tutta la Sicilia, anche due giornalisti contestano la condanna. La vedova dell'ispettore: "Un'offesa"