ROMA – Solo un bambino su cinque trova posto in asilo nido, un dato che però varia da regione a regione, con una vistosa flessione nelle regioni del Sud Italia.
Ad evidenziarlo è l’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva realizzato nell’ambito del progetto “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino”, finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico. Stando ai dati, in Italia ci sono 11.017 asili nido, di cui 6.767 privati e 4.250 pubblici; i posti disponibili sono 320.296, distribuiti fra 153.316 privati e 166.980 pubblici. La percentuale di copertura a livello nazionale – si legge nel Rapporto – è pari al 21,7% della potenziale utenza (bambini residenti sotto i 3 anni di età), ma con notevoli differenze tra le singole regioni: in negativo si distingue la Campania, con una copertura pari appena al 6,7%, in positivo l’Umbria con il 34,3%; sotto la media nazionale sei regioni: Campania (6,7%), Calabria (8,8%), Sicilia (9,3%), Puglia (13,6%), Basilicata (14,2%), Abruzzo (19,9%).
Dunque tutte le regioni meridionali sono ben al di sotto della media di copertura, fa eccezione la Sardegna che raggiunge il 26,1%. Il Rapporto evidenzia poi che una famiglia media italiana, con un bimbo al nido, spende al mese 303 euro, con un aumento dello 0,9% rispetto all’anno scolastico 2018/19. Anche in questo caso ci sono notevoli variazioni dal settentrione al meridione. Al Nord si registrano le rette più alte, ma anche maggiori misure di agevolazione per le famiglie; il Sud invece più contenuto sui costi, seppur in aumento rispetto all’anno precedente, pecca sulla disponibilità di posti.
La retta più alta è in Trentino Alto Adige, pari a 472 euro in media, quella più bassa in Molise, 169 euro. Le regioni settentrionali si caratterizzano per una spesa media per le famiglie più elevata, ma in decremento rispetto all’anno precedente, stabile la spesa al Centro e in aumento invece nelle regioni meridionali (+5,1%). Lecco è il capoluogo più costoso con 515 euro di spesa media a famiglia, Catanzaro il più economico con 100 euro.
A livello comunale, il 48% prevede esenzioni dal pagamento della retta per le famiglie in stato di disagio economico e già seguite dai servizi sociali. A livello regionale, dieci regioni quasi esclusivamente del Centro Nord (Emilia Romagna, FVG, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta) hanno emanato disposizioni per contenere o abbattere i costi a carico delle famiglie.