PARIGI – Titoli sulle intere prime pagine, breaking news durante i principali programmi tv, notifiche sui cellulari: per una decina di ore i francesi si sono illusi di aver acciuffato il ricercato numero 1, Xavier Dupont de Ligonnès, presunto massacratore 8 anni fa della propria famiglia.
Il Dna ha riportato tutti alla realtà: il fuggiasco continua a essere introvabile e l’individuo arrestato all’aeroporto di Glasgow su segnalazione della polizia francese è solo la vittima di un incredibile abbaglio.
Tutto è cominciato quando il sito di Le Parisien ha sparato la notizia dell’arresto all’aeroporto di Glasgow di Xavier Dupont de Ligonnès, protagonista di uno dei principali enigmi della recente cronaca francese.
E’ fortemente sospettato di aver sterminato la propria famiglia a Nantes, nella Francia occidentale, dopo che la sua doppia vita era stata scoperta. Era l’aprile del 2011, Dupont de Ligonnès fece credere a parenti e amici di essere una specie di 007 e di essere costretto a sparire con tutta la famiglia.
La sua ultima immagine è del 14 aprile, ripresa dalla videocamera di un bancomat, poi più nulla. Pochi giorni più tardi, la macabra scoperta dei cadaveri della moglie e dei 4 figli, uccisi da colpi di fucile e sepolti nel giardino di casa, avvolti in teli di juta e ricoperti da uno strato di cemento. Accanto a loro, anche i corpi dei due cani di famiglia.
La notizia – dopo anni di falsi avvistamenti e di migliaia di segnalazioni, molte delle quali anche in Italia – rimbalza su agenzie, giornali e siti, la polizia francese sostiene che le impronte digitali dell’uomo fermato a Glasgow “corrispondono” a quelle del ricercato, stando ai colleghi scozzesi.
A segnalare la presenza dell’individuo erano stati però i ‘flic’ parigini, che avevano avuto la dritta da informatori anonimi ma erano arrivati all’aeroporto di Parigi soltanto quando il presunto Dupont de Ligonnès era già partito.
Si sa poco dell’individuo fermato, tranne il nome sul passaporto (Guillaume Joao) e la reazione sbigottita degli inquirenti scozzesi, che lo definiscono “irriconoscibile” rispetto alle foto che hanno ricevuto di Dupont de Ligonnès.
Il procuratore di Nantes, Pierre Sennès, già invocava prudenza, annunciando un suo viaggio immediato a Glasgow. La polizia si reca nella casa dell’uomo fermato, alla periferia di Parigi, dove raccoglie elementi (impronte e Dna) che già seminano dubbi. Poco dopo, il raffronto impietoso del Dna, che sancisce la verità: il fermato è un settantenne (quindi almeno 12 anni più anziano del ricercato) francese sposato con una scozzese.
Torna quindi alla casella di partenza l’enigma di Dupont de Ligonnès. Agnès, sua moglie, aveva scritto – in alcune confidenze ritrovate dopo la morte – che la società del marito era in fallimento e che lui aveva un’amante.
La vita modello di una famiglia borghese stava franando quando, secondo le ricostruzioni di libri e articoli usciti in questi anni, l’uomo pianificò, freddamente, l’eccidio e la sua successiva sparizione: senza dimenticare di disdire il contratto d’affitto della villa, di chiudere i conti bancari e di svuotare la casa.
Il clamoroso abbaglio sul mostro di Nantes
L'illusione di aver acciuffato Xavier Dupont de Ligonnès, presunto massacratore 8 anni fa della propria famiglia, poi l'esame del Dna svela l'errore