CATANIA – “La terra trema devastando la vicina Albania, mentre la vulnerabilissima Catania aspetta ancora che venga cancellato l’assurdo della ridicola e oltraggiosa classificazione territoriale in fascia 2 di rischio sismico”. I segretari Uil e Feneal-Uil Catania, Enza Meli e Nino Potenza, sottolineano che “sono ormai trascorsi oltre venti mesi da quando, alla vigilia di una lunga stagione elettorale intrisa di promesse e annunci, sfidammo la classe politica a realizzare questo atto di giustizia verso il nostro territorio. Abbiamo assistito a uno stucchevole scaricabarile tra Stato e Regione, ma nulla è cambiato”.
Anche quella che definiscono “la lezione albanese” rischia adesso per i due sindacalisti “di rimanere cinicamente inascoltata. Vergogna. Abbiamo, purtroppo, il dovere di ricordare che nel solo capoluogo etneo l’80% degli edifici è stato costruito prima del 1981, quindi prima che per legge fossero fissati criteri di costruzione a misura di terremoto. E che gli esperti sottolineano la necessità, anzi l’urgenza, dell’adeguamento di gran parte dei fabbricati in cemento armato individuando negli edifici costruiti tra gli anni 60 e 80 quelli a maggiore rischio”.
“Oggi, con quella classificazione figlia della malapolitica e della malaburocrazia, vengono negati fondi che spetterebbero di diritto alle nostre comunità per interventi indispensabili. Abbiamo un disperato bisogno di pilastri solidi, di edilizia a prova di terremoto. È scandaloso che nulla sia cambiato. È scandaloso – concludono Meli e Potenza – che i rappresentanti dei catanesi nelle istituzioni politiche nazionali e regionali non abbiano sinora dato risposte concrete alla domanda di sicurezza e prevenzione che viene da un popolo”.
‘Albania trema e Catania è in fascia 2: folle’
Uil: "La classificazione del rischio sismico è oltraggiosa per una città così vulnerabile"