CATANIA – Il Tribunale del riesame di Catania, accogliendo la richiesta degli avvocati Attilio Floresta e Angelo Pennisi, ha annullato il sequestro di beni per 27 mila euro emesso dal Gip nei confronti del presidente dell’Autorità Portuale di Catania, Andrea Annunziata, indagato per peculato. Secondo i giudici della quinta sezione penale, presieduta da Giuliana Sammartino, il dissequestro va disposto perché “non residua il ‘fumus boni iuris'” del reato “così come contestato all’Annunziata”, che resta sospeso per altri otto mesi.
Contro questa parte del provvedimento del Gip è pendente un appello. Dalle indagini della Guardia Costiera, coordinate dalla Procura distrettuale, sarebbe emerso che l’indagato avrebbe “ripetutamente utilizzato a fini personali i fondi” dell’Ente tramite “falsi mandati di pagamento” per “rimborso spese e trasferte” per complessivi 27mila euro, somma per cui era stato disposto il sequestro. Secondo la Procura sarebbero stati “indebitamente emessi a favore del presidente e di persone estranee all’Ente Portuale che avrebbero partecipato, senza averne alcun titolo, a trasferte in Florida”.
“Da un’incompleta documentazione del pubblico dipendente – ha osservato il Tribunale del Riesame – non può automaticamente trarsi la prova del peculato, incombendo sulla pubblica accusa provare l’indebita destinazione a fini privati del denaro utilizzato per fini pubblicistici. E, a ulteriore insussistenza dell’ipotesi accusatoria, non veniva neppure allegato alcun motivo per cui l’organo amministrativo avrebbe accolto le richieste di rimborso dell’Annunziata se ritenute indebite o non adeguatamente giustificate”.