CATANIA – Ci sarà tutto il gotha siciliano di Forza Italia nel week-end sull’Etna con tanto di benedizione telefonica finale da parte di Silvio Berlusconi. Una convention che sembra quasi una risposta secca, diretta, agli ex amici catanesi a una settimana esatta da MuovitItalia, la tre giorni di Fratelli d’Italia, che fino all’anno scorso era un appuntamento degli azzurri.
Il partito azzurro è ai minimi storici, (viaggia intorno al 6-7% a livello nazionale) relegato, per percentuali, a terza forza del centrodestra. L’appeal è diminuito, gli spazi nei rapporti di forza con gli alleati si sono ridotti. E all’interno, le divisioni e le micro-correnti non agevolano certo la fiducia incondizionata tra compagni di partito.
Fuori Salvo Pogliese, Basilio Catanoso, i Cannata di Avola (il sindaco Luca e la deputata Rossana) e qualche centinaio di amministratori locali in tutta la Sicilia, il partito di Silvio Berlusconi e Gianfranco Micciché nell’Isola si è riorganizzato affidando a Marco Falcone ( l’ex An e oggi assessore regionale alle Infrastrutture) il coordinamento in provincia di Catania.
A leggere i nomi dei relatori, stampati nel programma ufficiale di #Etna19, sembra di essere di fronte a una rimpatriata di vecchie glorie: ministri, sottoministri e varie personalità politiche che hanno vissuto da protagonisti l’epopea berlusconiana.
Eppure nel variegato programma ci si accorge che Forza Italia, seppur ridimensionata, è ancora “viva” e presente in tutte le istituzioni (parlamento, Ars, Ue, Comuni e università) con il vicepresidente Antonio Tajani che presidia la presenza tra i Popolari europei.
Fra gli oltre 70 ospiti previsti tra sabato e domenica a Viagrande, c’è il mondo dell’impresa, delle professioni e dell’università vicini alla parte politica che in Sicilia è rappresentata dall’eurodeputato Giuseppe Milazzo, dall’ex vicepresidente del Senato, Renato Schifani, dagli ex ministri Stefania Prestigiacomo e Saverio Romano, dal sindaco di Messina Cateno De Luca e dall’intera deputazione forzista siciliana a Roma, compresa la coppia moderatamente dissidente composta dalla parlamentare Giusi Bartolozzi con il compagno assessore all’Economia, Gaetano Armao.
L’evento segnerà il ritorno tra i protagonisti della classe dirigente al pistacchio, riferimento dell’ex sottosegretario Giuseppe Castiglione, “macchiatasi della colpa”, un tempo “indelebile” secondo Gianfranco Micciché, di avere sostenuto gli scissionisti del Nuovo Centrodestra (poi Alternativa popolare) guidati dal “traditore” Angelino Alfano.
Tra il pubblico in prima fila, c’è da scommettere, ci sarà anche il lucidissimo ex senatore “zio” Pino Firrarello. Dopo essersi riavvicinata a Forza Italia prima delle elezioni europee, grazie anche ai transfughi, ai separatisti e alle suggestioni provenienti da altri partiti con più appeal, la premiata ditta Firrarello-Castiglione ha riconquistato il posto al sole che aveva avuto in passato proprio tra i berluscones, una collocazione più naturale che ha rinnovato l’entusiasmo di tutto il gruppo e del proprio elettorato che votava il centrosinistra turandosi il naso.
La chiusura della due giorni (“le convention dovrebbero durare al massimo 2 ore” sussurra qualcuno di navigata esperienza) sarà affidata all’ex uomo di Pubblitalia ’80, Gianfranco Micciché, il frontman che fa arrabbiare Giletti e che ricorda molto il protagonista della serie tv “1994” coniugato in salsa siciliana. A lui, che qualche giorno fa ha giurato per l’ennesima volta fedeltà eterna a Silvio Berlusconi a Palermo, toccherà spiegare ai suoi fedelissimi l’orizzonte del partito almeno a breve e medio termine, i rapporti che regolano Forza Italia con la maggioranza all’Ars, quelli con il presidente Nello Musumeci e come resistere alle sirene del nuovo che avanza (leggi nuovi renziani e ipotetico nuovo centro con Mara Carfagna e Lorenzo Cesa).
Twitter: @LucaCiliberti
Luca Ciliberti
Forza Italia, il ritorno dei Castigliones
L.Cil. Convention di due giorni a Viagrande con i leader nazionali e regionali del partito, chiusura con l'intervento telefonico di Berlusconi