PALERMO – Nel Mezzogiorno circa il 10% del totale dei residenti ricoverati per interventi chirurgici acuti si sposta verso altre regioni, a fronte di valori compresi tra il 5% e il 6% nelle regioni del Centro-Nord. Il tasso di emigrazione si riduce in Basilicata e Sicilia, resta sostanzialmente stabile in Campania e aumenta in tutte le altre regioni meridionali”. E’ quanto emerge dal rapporto Svimez, presentato oggi, secondo cui “la quantità e qualità dei servizi sociali nel Mezzogiorno risultano ancora decisamente inferiori a quelle del resto del Paese” e “questo spiega un più elevato tasso di emigrazione ospedaliera verso le regioni del Centro-Nord”.
Condividiamo pienamente l’idea del Presidente Conte di un piano straordinario per il Sud, che contempli investimenti ex ante e controlli sulle spese ex post. Auspichiamo che questo si traduca anche in un Piano Marshall per il servizio Sanitario nazionale, che, con interventi ad hoc, permetta di colmare le disuguaglianze di salute”. Così il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli commentando i dati del Rapporto Svimez.
“Il Rapporto evidenzia in maniera inequivocabile uno svantaggio delle Regioni meridionali in termini di investimenti sulla salute e di accesso ai servizi – commenta – la spesa sanitaria pro-capite è infatti di circa 1600 euro al Sud contro i 2000 del Centro Nord. Investimenti che risultano ancora più bassi se paragonati ai 2800 euro della media europea, con punte di 3000 in Francia e Danimarca e 3800 in Germania. Questo significa diverse cose. In positivo – spiega Anelli – che il nostro Servizio Sanitario nazionale, pur deprivato di risorse, le spende in maniera efficace; e che è del tutto infondato, come lo stesso Rapporto rileva, il luogo comune di un Sud inondato di risorse pubbliche perse in sprechi e inefficienze. In negativo, che la dotazione relativamente bassa di risorse si traduce in un problema di equità, perché, sempre come rileva Svimez, si amplificano per le fasce economicamente più deboli le difficoltà di accesso ai servizi essenziali”.
“Il problema è aggravato dalla mobilità sanitaria – continua il presidente Fnomceo – il rapporto evidenzia infatti un più elevato tasso di emigrazione ospedaliera verso le Regioni del Centro Nord, riferito ai ricoveri per interventi chirurgici acuti: al Sud il 10% dei residenti ricoverati si sposta verso altre Regioni, contro il 5-6 per cento del Nord”. Tra le misure ormai improcrastinabili, conclude Anelli, oltre all’aumento degli stanziamenti, una revisione dei criteri di ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale e l’applicazione del principio di solidarietà verso le Regioni più in difficoltà, come la Calabria.
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