LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – Sono 5 i cadaveri ritrovati fino a ora, tutti di donne, fra spiaggia e mare, dopo il naufragio di ieri sera a un miglio dall’isola dei Conigli di Lampedusa (Ag). Gli equipaggi delle motovedette hanno recuperato in tutto 143 persone cadute in mare.
APERTA UN’INCHIESTA. La Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, naufragio e omicidio colposo plurimo. Già da ieri sera il procuratore aggiunto Salvatore Vella sta seguendo sistematicamente l’evolversi del caso e ha gestito prima la complessa macchina dei soccorsi dei naufraghi e oggi quella del recupero delle salme.
I dispersi – che secondo le testimonianze dei superstiti sarebbero complessivamente una ventina – sono algerini, tunisini e pakistani. La polizia Scientifica della Questura di Agrigento è già operativa per gli accertamenti da fare sui cadaveri, esattamente come è avvenuto lo scorso 7 ottobre quando – fra Lampedusa e Lampione – a circa 6 miglia dalla costa si capovolse un altro barcone carico di migranti.
Tutto il personale della Guardia costiera e della Guardia di finanza di Lampedusa è mobilitato da ieri pomeriggio. Le ricerche sono meticolose e capillari e vengono effettuate tanto via mare quanto via terra.
LE SALME PORTATE A BRACCIA. La prima salma – si tratta di una donna – è stata recuperata a riva, a Cala Galera, dai militari della Guardia di finanza. Anche il secondo cadavere è stato avvistato in spiaggia, ma le onde lo hanno trascinato di nuovo in mare. A ripescarlo è stata la motovedetta Cp300 della Guardia costiera di Lampedusa.
I primi cadaveri recuperati sono stati portati a braccia sul ripido e scosceso sentiero, di circa 4 chilometri, che collega Cala Galera con la strada. Le condizioni del mare, molto agitato (nella zona l’allerta meteo è “arancione”) non consentono alle imbarcazioni della Guardia costiera di avvicinarsi a riva.
IN 149 SALVI GRAZIE ALL’ALLARME DI DUE PESCATORI. Sono stati due pescatori ad avvisare ieri pomeriggio la capitaneria di porto della presenza di un barcone in difficoltà a un miglio dalla costa di Lampedusa, che si è poi capovolto. Stefano Martello e Calogero Sanguedolce, questi i nomi dei due lampedusani, hanno dato l’allarme consentendo così l’intervento tempestivo delle motovedette che sono riuscite a trarre in salvo 149 migranti.
“Stavamo passeggiando lungo il tratto di costa che si affaccia su Cala Galera – racconta Stefano Martello – perché i pescherecci sui quali lavoriamo sono fermi a causa del maltempo. Quando abbiamo visto la barca navigare verso il porto abbiamo capito subito che le onde altissime stavano per fare capovolgere l’imbarcazione. Abbiamo chiamato la Capitaneria e le motovedette sono arrivate nel giro di pochi minuti. E’ stata questa tempestività a salvare i migranti che nel frattempo erano caduti in acqua, senza l’intervento immediato delle motovedette sarebbero tutti morti”.
IL SINDACO MARTELLO: “CONTIAMO MORTI NELL’INDIFFERENZA”. “Contiamo i morti. Siamo tornati a contare i morti e lo stiamo facendo, ancora una volta, nel silenzio più assoluto e nell’indifferenza. Siamo però di fronte a una società che sparge solo odio e rancore”, ha detto il sindaco di Lampedusa e Linosa (Ag), Salvatore Martello.
“Sono molti di più, purtroppo sono molti di più” ha aggiunto Martello in merito all’attuale bilancio di 7 cadaveri già recuperati. Salvatore Martello si trova in questo momento a Barcellona, dove ieri ha incontrato il primo cittadino della città spagnola Ada Colau, per la presentazione del progetto Clarinet, che vede proprio il comune di Lampedusa e Linosa quale ente capofila con altri sette enti locali situati in territori di confine, dieci enti della società civile di otto paesi europei e due network internazionali impegnati sui temi della solidarietà, dell’accoglienza e della cooperazione nel Mediterraneo.
Naufragio Lampedusa, trovati 5 corpi
Barcone con più di 150 migranti si ribalta: tutte donne le vittime