RIETI – Non si è giocato allo Scopigno. Rieti-Reggina del girone C di Serie C non è stata disputata. La partita delle polemiche, col Rieti presentatosi con la Berretti per la sfida contro la Reggina a causa dello sciopero dei calciatori della prima squadra senza stipendio, non è mai cominciata.
Trascorsi 45 minuti dal calcio d’inizio fissato per le 15, l’arbitro Michele Cairano di Ariano Irpino ha deciso che la gara non si poteva giocare a causa di irregolarità nella distinta del Rieti visto che il tecnico della Berretti, Lorenzo Pezzotti, non possiede la deroga (che aveva ricevuto temporaneamente dopo le dimissioni di Mariani) per allenare in C.
Il primo allenatore del Rieti, Bruno Caneo, ha inviato nei giorni scorsi un certificato medico per giustificare la sua assenza oggi allo stadio, così come ha fatto il suo vice Antonio Maschio. Il club, tramite il dg Pierluigi Di Santo, assicura di aver richiesto la deroga per Pezzotti, che però evidentemente gli organi competenti non hanno approvato o vagliato.
Da considerare che per assistere all’incontro, anche se a porte chiuse, sono arrivati in tutto una cinquantina di tifosi della Reggina, che hanno solidarizzato col club di casa. Presenti fuori dallo stadio anche molti tifosi del Rieti. Le due squadre, ufficializzato l’annullamento, hanno iniziato un allenamento.
“Nel dover constatare purtroppo che a Rieti sono venute meno le condizioni per portare avanti un progetto serio nel calcio professionistico – ha detto il presidente della Lega Pro, Ghirelli – la mancata disputa della gara Rieti-Reggina conferma come le norme che abbiamo introdotto meno di sei mesi fa hanno impedito il verificarsi di una farsa e che si falsasse il campionato”.
“Non si scherza più – ha sottolineato il presidente federale – basta prese in giro, lo avevamo promesso a tutti i protagonisti del nostro mondo, primi su tutti i tifosi: gli sciacalli non hanno diritto di cittadinanza nel calcio italiano”.
A seguito dei fatti incresciosi avvenuti nella scorsa stagione agonistica, il Consiglio Federale della Figc, infatti, ha modificato le norme per impedire che si verificassero più casi come Cuneo-Pro Piacenza. Il pacchetto di provvedimenti adottato in due riunioni successive a inizio 2019 non consentono più a una società di scendere in campo senza l’allenatore titolato a farlo e se si manifestano evidenti carenze organizzative e gestionali.
A queste si aggiungono, con l’obiettivo di preservare la competizione sportiva, l’esclusione dal campionato alla mancata disputa di due gare ufficiali (prima erano 4) e al mancato pagamento degli emolumenti per due bimestri. Il quadro complessivo è stato completato con la decisione di non assegnare punti nelle gare dove una delle due squadre risulti rinunciataria, indipendentemente se queste si verifichino nel girone di andata o in quello di ritorno.