CALTANISSETTA – “Non abbiamo mai avuto idea della falsità delle dichiarazioni di Scarantino. Scarantino non ci diceva di non voler più collaborare con la giustizia, si lamentava della sicurezza, dei soldi, di questioni logistiche, ma solo di questo. Avevamo solo la certezza che la famiglia stesse tentando di minare la sua collaborazione o di inquinarne le dichiarazioni e pensavamo che possibili ripensamenti fossero indotti dalla famiglia. Come si sente dalle intercettazioni, alla famiglia che lo invitava a ritrattare lui rispondeva ‘io sono sicuro di quel che so’. Allora quella verità avevamo. Magari domani ce ne sarà un’altra, ma allora avevamo quella”. Lo ha detto l’ex pm Annamaria Palma, che indagò sulla strage di via D’Amelio, deponendo al processo sul depistaggio delle indagini sull’attentato, in corso a Caltanissetta.
“Io non avevo notizia di suoi tentennamenti allora”, ha aggiunto. Palma ha poi riferito che il falso pentito Vincenzo Scarantino aveva il suo numero di cellulare e la chiamava mentre era in una località protetta perché glielo aveva dato l’allora procuratore Tinebra.
“Credevamo alla verità di Scarantino”
Caltanissetta. L'ex pm Palma depone al processo sui presunti depistaggi sulla strage di via D'Amelio