CATANIA – Incontro tra la Coca Cola di Catania e i sindacati dei lavoratori siciliani per scongiurare la paventata delocalizzazione della Sibeg dopo i balzelli di sugar tax e plastic tax inseriti nella nuova manovra finanziaria.
“La Sibeg-Coca Cola rappresenta un patrimonio occupazionale e produttivo per Catania e la Sicilia. I lavoratori rischiano ora di pagare a caro prezzo due nuovi balzelli governativi che la Uila ha sempre contestato a ogni livello. Con i vertici dell’azienda cittadina abbiamo avviato, già in questi giorni di Natale, un confronto mirato a individuare ogni iniziativa utile a scongiurare un altro effetto-valanga sulla già disastrata economia di questo territorio” spiegano Nino Marino, segretario generale della Uila Sicilia, e Alessandro Salamone, componente della Segreteria regionale dell’organizzazione di categoria commentando i risultati di un incontro con l’amministratore delegato della Sibeg, Luca Busi.
La Uila aveva chiesto la riunione dopo le recenti dichiarazioni di Busi, secondo cui la Sibeg potrebbe essere costretta a depotenziare gli stabilimenti catanesi spostando gran parte delle produzioni in Albania a causa delle due nuove tasse previste nella Finanziaria dal governo nazionale. Proprio in queste ore, peraltro, i dipendenti del comparto produttivo Sibeg hanno risposto con oltre l’82 per cento dei “sì” alla consultazione su una proposta aziendale che prevede aumenti in busta paga legati in parte all’introduzione di turni a ciclo unico e in parte al conseguimento di obiettivi concordati.
Per Marino e Salamone “questo risultato va rispettato e costituisce un segnale di impegno, di responsabilità, dei lavoratori che va tenuto in debito conto dalla proprietà della Sibeg per ogni decisione presente e futura”.
“Sottoponiamo alla sensibilità del ministro del Lavoro, la catanese Nunzia Catalfo, il caso-simbolo della Sibeg – concludono – Lo facciamo in piena sintonia con il segretario generale della Uila, Stefano Mantegazza, e con il responsabile nazionale Uila per l’Industria alimentare, Pietro Pellegrini, che ancora nelle scorse settimane avevano chiesto al governo di tornare indietro sulla sugar e sulla plastic tax definendole due imposte di scopo false negli obiettivi, che servono solo a fare cassa e aprono le porte ai prodotti della concorrenza estera”.