“Se in questo Paese tutti facessero il proprio mestiere, sarebbe un grande risultato. Anche io vorrei giocare, l’ultima cosa che vorrei fare è quella di bloccare tutto. Siamo arrivati ad una condizione in cui dopo diverso tempo abbiamo bisogno di una risposta”. Così il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, ai microfoni di Radio Punto Nuovo il giorno dopo la decisione di fermare per il prossimo weekend il campionato di Serie C.
“Abbiamo sistemato le regole, abbiamo messo delle barriere contro i banditi, abbiamo messo delle regole per le iscrizioni per quelli che non pagano, se c’è da fare di più siamo pronti. Abbiamo dato ossigeno a quella che è la nostra missione: far giocare i giovani – sottolinea Ghirelli -. I nostri club spendono mediamente da 2 a 4 milioni, facendo un lavoro profondamente sociale per togliere ragazzi e ragazze dalla strada”.
“Abbiamo chiesto che in parte le risorse ci tornino, per fare centri sportivi per giovani. Dopo 3 anni dobbiamo sapere se riusciamo ad avere la disponibilità economica: è finito il tempo di parole, bisogna fare i fatti. Se non si arriva a questo, vorrà dire che proseguiremo lo sciopero”.
“Ho provato a spiegare che la decisione non è stata semplice, ma molto travagliata, stiamo interrompendo un’emozione – ha proseguito Ghirelli -. Il problema è che abbiamo valutato se fosse il momento giusto per mandare un segnale. Abbiamo messo in piedi un percorso di credibilità che qualche tempo fa non avevamo, c’è il rischio che si taglino le squadre, la storia di questo calcio, un pericolo reale”.