CATANIA – Un innovativo sistema di controllo del territorio applicato, sperimentalmente nel Calatino, per una incessante attività di repressione e presidio del territorio che ha prodotto risultati particolarmente incoraggianti per un modello integrato di sicurezza delle aree a rischio esemplificato nella redazione di una mappa dei rischi,per consentire un controllo capillare ed efficace di aree particolarmente esposte al fenomeni dei furti. E’ quanto esposto a Palazzo del Governo di Catania dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica sulla filiera agricola convocato dal prefetto Claudio Sammartino.
E’ un modello, è stato spiegato, suscettibile di essere replicato ed esteso alle altre realtà rurali, come l’area pedemontana ed acese, nella consapevolezza che la produzione agricola costituisce un patrimonio da salvaguardare con il contributo di tutti gli interessati. La riunione ha fatto seguito a incontri, che si sono tenuti fin dalla fine dello scorso anno, allo scopo di avviare e mettere a sistema un’attività di complessiva implementazione dei servizi interforze di controllo del territorio rurale della provincia.
Il Prefetto ha confermato quanto dichiarato dai sindaci del Calatino sulla salvaguardia della produzione di agrumi e di uva per l’importanza dei risultati ottenuti sul campo. Inoltre con l’intensificazione dei controlli contro i furti di agrumi sono stati raggiunti obiettivi altrettanto importanti nella lotta al “caporalato”, con controlli su 43 aziende agricole e sulle posizioni di 250 lavoratori, e sulla salubrità dei prodotti immessi sul mercato con accertamenti su tutta la filiera di produzione compresi i mercati rionali e quelli di grande distribuzione dove sono state sequestrate 12 tonnellate di agrumi non tracciati.
Il Prefetto ha sottolineato la necessità di agire ancora attraverso strumenti prioritari già individuati nelle riunioni che si sono svolte nei primi mesi dell’anno. L’attivazione della videosorveglianza rurale da finanziare con fondi del ministero dell’Interno a favore della Regione Siciliana. Il lavoro di mappatura delle aree a rischio che consentirà di individuare le strade, i crocevia e le zone da monitorare. La messa a regime di un sistema di sicurezza sussidiaria invitando i produttori agricoli a consorziarsi per l’impiego di “guardie giurate” da utilizzare in stretta collaborazione con le Forze di polizia territoriali. L’incentivazione del coinvolgimento dei territori per pervenire ad un modello di sicurezza partecipata, in cui il ruolo delle Amministrazioni comunali sia centrale.
Videosorveglianza contro furti in campagna
La decisione in prefettura a Catania: mappa dei territori a rischio e utilizzo di un nuovo sistema già applicato nelle aree rurali del Calatino