PALERMO – E’ finita nel mirino dei magistrati una delle grandi incompiute siciliane: l’ultima inchiesta della Procura di Palermo punta infatti sul piano regionale per i rifiuti, da anni in calendario e ancora non approvato. L’indagine che ha portato all’arresto del “re” dell’eolico Vito Nicastri e del faccendiere vicino alla Lega Paolo Arata, nata da un giro di mazzette per facilitare gli iter che dovevano portare all’approvazione di progetti in materia di biometano, ha portato all’apertura di un nuovo filone, quello appunto sul piano regionale dei rifiuti. L’imprenditore trapanese Nicastri, è accusato di essere uno dei finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro grande investitore nel settore delle energie alternative.
I pm, coordinati dall’aggiunto Paolo Guido, stanno tentando di capire se ci siano state pressioni a vari livelli finalizzate ad avvantaggiare imprese legate ad ambienti politici regionali e se in questo intreccio di affari e politica siano coinvolti burocrati regionali. Nelle scorse settimane, nell’ambito dell’indagine su Nicastri e sulle mazzette pagate a funzionari regionali – l’imprenditore ha fatto diverse ammissioni – sono stati sentiti dai pm, oltre al presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, l’assessore alle Attività produttive Toto Cordaro che ha spiegato ai magistrati i passaggi ancora necessari per l’approvazione del piano regionale sui rifiuti. La prossima settimana, sempre nell’ambito dell’indagine Arata-Nicastri sarà sentito l’assessore regionale all’Energia Alberto Pierobon.
“Restiamo a completa disposizione dei pm per chiarire eventuali dubbi su questo fondamentale strumento per la Sicilia”, dice Pierobon. “Il piano – continua l’assessore – è stato ritenuto dalla commissione tecnica per la Vas conforme alla legislazione regionale, nazionale ed europea. Con questo strumento puntiamo sulla raccolta differenziata, diamo priorità agli impianti pubblici e mettiamo ordine e trasparenza nel settore. Oggi in Sicilia la raccolta differenziata è quasi al 40 per cento, vengono conferite centinaia di migliaia di tonnellate in meno di rifiuti in discarica e questo significa milioni di euro in meno di introiti. Sono stati anche stanziati oltre cento milioni in giunta per impianti pubblici”. “Sono azioni concrete che ribadiscono la direzione intrapresa dal governo – prosegue – Restiamo a disposizione anche della commissione Antimafia a cui continueremo a fornire puntuali riscontri in pieno spirito di collaborazione”.
Il piano – dice l’assessorato – è stato esitato dalla giunta nel dicembre 2018 e a fine novembre 2019 ha ricevuto il parere favorevole della commissione tecnica per la Vas. A questo punto sono previsti ulteriori passaggi in Sicilia che rendono l’iter più lungo rispetto alle altre regioni. Il parere motivato con prescrizioni è stato inviato all’assessorato il 12 dicembre per le integrazioni. Il documento finale sarà esitato dall’assessorato entro gennaio. A quel punto sarà inviato prima alla commissione Ambiente all’Ars, poi all’Ufficio legislativo e legale. Quindi sarà inviato tutto, testo e pareri, al Cga. Infine il piano sarà emanato dal presidente della Regione con decreto che verrà inviato alla Corte dei conti. L’ultimo passaggio prevede la pubblicazione in Gurs per l’adozione finale
Affari e politica nascosti tra i rifiuti, pm indagano sul piano regionale siciliano
Da anni in calendario e mai realizzato: indaga la procura di Palermo. L'assessore: "Siamo a disposizione dei magistrati"