CATANIA – E’ cominciata alle 7 di stamattina l’annunciata protesta indetta dagli autotrasportatori siciliani contro il caro navi.
A Catania diverse decine di aderenti alle varie associazioni di categoria e del movimento dei Forconi, che hanno indetto la manifestazione, stanno presidiando l’ingresso Darsena del porto, vicino alla zona del Faro Biscari. Non si registrano, al momento, rallentamenti nella circolazione stradale e nell’ingresso al porto.
Invece, secondo le informazioni fornite da Capitaneria di porto e Autorità portuale nei porti di Palermo e Termini Imerese al momento non c’è’ alcun blocco dell’attività di scarico e carico delle merci. La situazione nei due porti, spiegano, è nella norma.
In una nota UN.I.COOP. Sicilia dice che sarà presente al fianco degli a autotrasportatori dell’Aitras nel corso delle manifestazioni di protesta previste nei porti siciliani. Il presidente degli autotrasportatori siciliani Salvatore Bella auspica di avere risposte dalle istituzioni sui costi che i padroncini devo sopportare per lavorare.
La Regione ha convocato gli autotrasportatori. “Il governo nazionale ha ritenuto di non invitare la Regione siciliana e i rappresentanti regionali degli autotrasportatori al tavolo che si svolge, a Roma, sugli aumenti del costo del trasporto marittimo – rende noto l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone -. Abbiamo dunque indetto per oggi alle 17.30, nella sede dell’assessorato alle Infrastrutture a Palermo, una riunione straordinaria della Consulta regionale dell’autotrasporto. Valuteremo, assieme ai rappresentanti della categoria, le iniziative da intraprendere sui pesanti rincari dei biglietti che l’autotrasporto sta subendo, colpo durissimo per uno dei settori più strategici per l’economia siciliana”.
Da gennaio 2020 sul comparto si è infatti abbattuta una stangata che corrisponde a un aumento di circa il 25% sul costo del trasporto via mare. Tutto nasce dalle nuove regole Imo (International maritime organization) per ridurre l’inquinamento marittimo. Per adeguarsi a questa richiesta i vettori marittimi hanno alcune alternative tecniche, che comportano tutte investimenti ingenti. E dunque hanno annunciato un aumento tra il 20 e il 30% sul prezzo dei trasporti da e per Italia, Sicilia, Sardegna e Malta.
“Non sta scritto da nessuna parte che le spese degli armatori debbano ricadere su noi autotrasportatori”, dice Giuseppe Richichi, presidente del consorzio Aias, che però assicura: “Non vogliamo ripetere i blocchi del 2012, questa è una protesta di categoria”.
Ma assieme agli autotrasportatori ci sarà anche il Tavolo blu delle associazioni e dei movimenti che «stanno per dare al Partito dei siciliani» vicino a Salvo Fleres, coordinatore nazionale di Siciliani verso la Costituente.
Intanto Mariano Ferro (leader dei Forconi), dopo aver annunciato la presenza alla manifestazione, scrive ai prefetti siciliani: “Vista la presenza nel governo di un viceministro alle Infrastrutture residente a Caltanissetta ci aspettavamo che venissero con urgenza convocate le parti per trovare una soluzione condivisa. Nulla. Siamo già nei fatti davanti a una pericolosa disparità di trattamento tra Nord e Sud o è solo un disguido temporale dovuto al periodo festivo? E invece un silenzio paradossale che da isolani ci declassa a isolati che e ci fa dedurre che anche le emergenze in Sicilia hanno bisogno di tempi biblici? A “brevissimo” un’assemblea di attività produttive dell’isola deciderà il da farsi. Continuate così, siamo sulla strada giusta per riuscire a svegliare questa terra e non dite che la colpa è nostra”.
Caro navi, protesta light in Sicilia
Aumenti del 25% per il trasporto via mare: presidio nel porto di Catania, nessun blocco a Palermo e Termini Imerese