a.cig.) L’obiettivo minimo era chiaro. Tenere i giochi aperti per la partita di ritorno. Almeno quello. Al Liberati, però, va in un altro modo.
La strada che porta il Catania alla finale della Coppa Italia di Serie C, unica opzione stagionale rimasta per sperare in un buon piazzamento per i play off, si restringe paurosamente sino a diventare una strettoia di complicatissima percorrenza.
Rimediare un 2-0 nell’andata di una doppia sfida non è esattamente quel che ci vuole per facilitarsi la vita in vista del secondo atto della contesa. Gli etnei capitolano contro la Ternana incassando nella ripresa un duro uno-due dal quale non riescono a risollevarsi mancando quel gol in trasferta che, come nelle coppe europee, sarebbe stato determinante in caso di una vittoria a testa con identico scarto rendendo così sufficiente un 1-0 al Massimino.
Invece adesso ai rossazzurri servirà un miracolo sotto forma di 3-0 (o qualsiasi successo con non meno di tre reti di scarto) nella seconda semifinale, in programma il 13 febbraio alle 15, per ribaltare la situazione. Hai detto niente.
Il Catania compromette le possibilità di qualificazione nel secondo tempo del match dopo 45′ apprezzabili. Lucarelli opta per un turnover moderato, sia per l’esiguità di opzioni disponibili sia per la rilevanza della sfida, tornando al 4-2-3-1 con Esposito accanto a Mbende al centro della difesa, Salandria alla prima da titolare in mediana, una trequarti inedita con Manneh, Sarno e Di Molfetta e in attacco l’inevitabile conferma di Barisic, unico giocatore utilizzabile da prima punta in un organico al momento sprovvisto di centravanti.
Particolare, quest’ultimo, non irrilevante in un incontro nel quale una rete esterna sarebbe stata oro. Barisic, dopo un primo tempo incoraggiante, cala nella ripresa ma al di là della prestazione individuale dello sloveno l’assenza di un numero 9 si avverte eccome e grava sull’incisività della manovra etnea. L’infortunio di Curiale è stato l’imprevisto che ha complicato le cose, ma l’essersi presentati a un appuntamento così importante senza una soluzione offensiva di peso è la spietata fotografia delle gravi difficoltà del club e della dirigenza.
Contro la Ternana, che attua una rotazione più radicale confermando appena tre undicesimi della squadra schierata domenica a Monopoli (Celli, Palumbo e Ferrante) ma proponendo la difesa a quattro, i rossazzurri hanno un buon approccio alla gara e nel primo tempo riescono a mantenere ritmi e baricentro alti costruendosi almeno tre serie opportunità in area rossoverde.
La più clamorosa è la prima, quando Defendi interviene male su un corner di Pinto chiamando Marcone a una parata non banale: Esposito va a botta sicura sul tap in da due metri ma sulla traiettoria trova Mbende che improvvidamente nega il gol al compagno (sotto, foto Galtieri).
Le altre situazioni pericolose sono firmate da Barisic, che prima scaglia un sinistro che sbatte sui guantoni di Marcone al termine di un buon fraseggio sulla trequarti e poi va via in dribbling a Bergamelli ma non trova nessun compagno in area ad accompagnare l’azione (centravanti, dove sei?). Anche la Ternana si affaccia dalle parti di Martinez, ma il portiere spagnolo se la cava su una punizione di Furlan respinta in qualche modo e sul successivo colpo di testa a lato di Ferrante e quindi su due conclusioni dalla media distanza di Torromino.
A un primo tempo promettente, chiuso dalle proteste etnee per una caduta in area di Barisic e per un colpo al volto di Esposito, fa seguito un avvio di ripresa raggelante. Partipilo, appena entrato, sfrutta una dormita dei centrali, sin lì positivi, sul traversone di Nesta e batte Martinez con un tocco sotto misura. Il Catania si scompone, accusa il colpo e rischia di subire l’immediato raddoppio dello stesso Partipilo, che parte in slalom da metà campo e al suo ingresso in area trova Pinto a correggergli la conclusione sul palo esterno.
Lucarelli percepisce le difficoltà dei suoi e cambia sulla trequarti inserendo Biondi per l’opaco Manneh (comprensibile) e Sarno per il più tonico Di Molfetta (meno condivisibile). Il gol, però, lo sigla ancora la Ternana che sfrutta un anticipo alto di Mbende a centrocampo e la mancata copertura alle spalle del camerunense: lancio di Suagher e fuga di Torromino conclusa da un perfetto destro a giro (sotto, foto Galtieri).
Il Catania cerca di accelerare, ma lo fa in modo confuso. Neppure il triplice cambio di Salandria, Curcio e Barisic con Biagianti, Vicente e Mazzarani modifica le cose. Ai rossazzurri, oltre a un finalizzatore, manca anche un pizzico di buona sorte sulle due palle gol create: Celli neutralizza sulla linea la prima opponendosi al tocco di Sarno, che aveva scartato anche il portiere dopo la sponda di Curcio (sotto, foto Galtieri); Marcone si supera sulla seconda stoppando un destro al volo di Biondi dal limite dell’area piccola dopo un’altra correzione di testa, stavolta di Biagianti.
Nel finale Partipilo manca il tris su servizio di Parodi, ma cambia poco. La finale di Coppa Italia era e resta lontana.
TERNANA-CATANIA 2-0
Ternana (4-3-2-1): Marcone 7, Nesta 5.5 (6′ st Parodi 6), Diakitè 6 (26′ pt Suagher 6.5), Bergamelli 6, Celli 6.5, Defendi 6, Proietti 5.5 (6′ st Paghera 6), Palumbo 6.5, F. Furlan 6 (32′ st Sini sv), Torromino 7, Ferrante 5.5 (1′ st Partipilo 7). In panchina Iannarilli, Tozzo, Mammarella, Marilungo, Onesti, Niosi, Damian. All. Gallo 6.5
Catania (4-2-3-1): Martinez 6, Calapai 6, Mbende 5.5, Esposito 5.5, Pinto 5.5, Salandria 6 (25′ st Biagianti 5.5), Rizzo 5.5, Di Molfetta 6 (14′ st Sarno 5.5), Curcio 5.5 (25′ st Vicente 5.5), Manneh 5 (14′ st Biondi 5.5), Barisic 6 (25′ st Mazzarani 5.5). In panchina J. Furlan, Pino, Marchese, Distefano. All. Lucarelli 5.5
Arbitro: De Santis di Lecce 5.5
Reti: 3′ st Partipilo, 21′ st Torromino.
Note: spettatori 1.599 (di cui 30 ospiti). Ammoniti: Paghera e Suagher. Recuperi: 2/4.