CATANIA – La manovra è legge: sugar e plastic tax sono ormai entrate a pieno titolo nella finanziaria 2020, pregiudicando l’intera filiera delle bibite con ricadute occupazionali ed economiche già dibattute nei giorni scorsi. Sibeg – l’azienda siciliana che imbottiglia bevande a marchio Coca-Cola – vuole continuare la battaglia intrapresa per salvare i posti di lavoro in Sicilia, cercando quei correttivi utili a evitare il tracollo e il conseguente trasferimento delle linee produttive nello stabilimento di Tirana, in Albania. Si riparte dunque dalla rimodulazione del piano industriale e dal riposizionamento dei costi alla luce delle nuove imposte, che a conti fatti incidono ben 18 milioni di euro sul fatturato dell’azienda (pari a 115 mln di euro).
“Un quadro legislativo incerto e punitivo per un intero settore – commenta l’ad Sibeg Luca Busi – un allarme che in tutti i modi abbiamo cercato di trasferire a chi ci rappresenta a livello centrale. Adesso che i giochi sono fatti e che i nostri appelli sono rimasti inascoltati, non ci resta altro che trovare strade percorribili per limitare le disastrose conseguenze dettate dalle imposte. Come prima cosa abbiamo cercato un confronto con i sindacati per tracciare un quadro, condividere preoccupazioni e linee da seguire”.
Un incontro avvenuto in azienda con tutte le sigle del comparto – Flai Cgil, Uila Uil, Fai Cisl e Ugl – che si è concluso con la volontà comune di richiedere un confronto al premier Giuseppe Conte per un tavolo di lavoro utile a concertare possibili aggiustamenti e compensazioni per attutire il colpo: “Faremo fronte comune con l’azienda per salvaguardare tutti i posti di lavoro – ha sottolineato il segretario generale Flai Cgil Sicilia Tonino Russo – in un clima di piena collaborazione, metteremo in campo ogni risorsa per cercare di neutralizzare gli effetti collaterali della manovra: riteniamo che Sibeg-Coca Cola debba continuare la sua attività in questo territorio e proseguire la sua politica aziendale di investimento sull’ambiente, sull’innovazione e sulla valorizzazione dei prodotti tipici della Sicilia come le arance rosse, con l’auspicio che l’azienda rappresenti sempre una fetta importante dell’economia della nostra Isola e che nel prossimo futuro ci si incontri per discutere di sviluppo e maggiore occupazione”.
“Sin dall’inizio abbiamo contestato in ogni modo questi due balzelli, consapevoli delle gravi ripercussioni occupazionali – ha detto Alessandro Salamone, in rappresentanza della segreteria regionale Uila Uil Sicilia – Sibeg Coca-Cola ha sempre rappresentato un patrimonio occupazionale e produttivo per Catania e per la Sicilia: vogliamo lavorare in piena sintonia con tutte le altre sigle per raggiungere l’obiettivo comune legato al futuro e alla serenità dei lavoratori coinvolti in questa incresciosa vicenda”.
“Il prossimo passo sarà quello di richiedere un incontro a Roma direttamente con il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte – hanno concluso il segretario generale Fai Cisl Catania Pietro Di Paola e il segretario provinciale Agroalimentare UGL Catania Antonino Neri – per inoltrare le nostre istanze e tutelare i livelli”.
All’incontro era presenti Filippo Romeo (segreteria Flai Cgil Sicilia); Pino Mandrà (segretario generale Flai Cgil Catania); Giuseppe Peri (responsabile Dipartimento industria alimentare Flai Cgil Catania); Claudio Petralia (segretario Flai Cgil Catania); Angela Battista (segreteria Flai Cgil Catania); hanno inoltre partecipato anche i 7 dipendenti Sibeg in qualità di RSU. Per Sibeg insieme a Busi hanno partecipato: Sandro Mambelli (HR Manager); Mario Genovesi (Payroll & Labour Relations Manager); Gianluca Tornatore (Operation Director).
Coca Cola non vuole andare via
Catania. Sugar e plastic tax, la Sibeg e i lavoratori fanno fronte comune: "Chiederemo un incontro al premier per costruire percorsi sostenibili"