PALERMO – Un esemplare raro di avvoltoio capovaccaio è stato trovato morto a Campobello di Licata (Ag). Il volatile aveva il localizzatore gps (rimasto in funzione fino al 3 gennaio) e faceva parte di un programma di reinserimento, visto che la specie è in via di estinzione.
“I primi esami non hanno chiarito le cause della morte. E’ rimasto solo lo scheletro e le radiografie non hanno mostrato ferite da pallini sulle ossa. Adesso stiamo eseguendo degli esami chimici”, dice Antonio Spinnato, zoologo dell’Istituto zooprofilattico di Palermo. “Per i primi giorni, attraverso il gps, l’avvoltoio era costantemente monitorato, fino al 3 gennaio. Poi la posizione è rimasta sempre la stessa. Dei resti, divorati da qualche animale, è rimasto solo lo scheletro che adesso stiamo analizzando”.
Il 9 settembre 2018 una femmina di capovaccaio, chiamata Clara, era stata uccisa a fucilate a pochi chilometri a nord ovest di Mazara del Vallo (Tp) dopo che era stata liberata a Matera, sei giorni prima, perché potesse migrare in Africa insieme a un’altra femmina, Bianca.
Anche in quel caso il volatile era stato ritrovato grazie al gps dai carabinieri e in seguito l’Istituto zooprofilattico siciliano aveva accertato, tramite una radiografia, che l’uccello era stato ucciso da sette pallini di fucile. Da anni si lavora per la conservazione dell’avvoltoio capovaccaio di cui sono rimasti pochi esemplari in Italia e alle Canarie. Da tempo l’Europa finanzia progetti di salvaguardia.
Il mistero della morte dell’avvoltoio
I resti di un esemplare raro trovati a Campobello di Licata. Era monitorato col gps perché in via di estinzione