CATANIA – Parlava di mafia e affari quando a Catania certe verità venivano soltanto sussurrate o negate. E combatteva la criminalità organizzata con la forza delle inchieste. E’ l’insegnamento forte e attuale di Pippo Fava, giornalista ucciso il 5 gennaio del 1984 davanti alla sede del Teatro Stabile di Catania mentre stava andando a prendere la nipotina a una recita.
Ad assassinarlo Cosa nostra, infastidita dalle sue inchieste su mafia, politica e imprenditoria. Per il suo omicidio sono stati condannati all’ergastolo, con sentenza passata in giudicato, in qualità di mandanti il capomafia Benedetto Santapaola e suo nipote e alter ego Aldo Ercolano.
A Catania si ricorda il 36° anniversario della sua uccisione. Di mattina una manifestazione al Teatro Machiavelli, in piazza Università, con la partecipazione, tra gli altri, dell’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano. L’iniziativa è promossa da I Siciliani giovani e dalla Rete antirazzista catanese.
Nel pomeriggio un corteo si è mosso da piazza Roma sino a raggiungere la via Giuseppe Fava, luogo dell’agguato a poche decine di metri dal Teatro Stabile, dove una lapide ricorda il giornalista e dove Claudia Andreozzi, nipote del giornalista e scrittore, ha deposto un mazzo di fiori.
Agli eventi ha partecipato anche una delegazione dell’Unci guidata dal presidente della sezione etnea, Filippo Romeo. Tra i partecipanti all’evento l’assessore al Comune di Catania, Barbara Mirabella e Francesca Andreozzi, presidente della Fondazione Fava.
Presente anche il segretario provinciale dell’Assostampa, Orazio Aleppo: “Ricordare Fava è un obbligo morale da tramandare alle generazioni – ha detto Aleppo -. La Legalità, il rispetto delle regole devono essere sempre la via maestra per la collettività. Fava è stato ed è, a distanza di anni dal suo omicidio, l’esempio per i tanti giornalisti che svolgono la loro professione al servizio della gente”.
In serata la chiusura delle manifestazioni con la consegna, nella sala del Piccolo Teatro di via Ciccaglione, dei premi della Fondazione Giuseppe Fava. Per il presidente della sezione Unci di Catania, Filippo Romeo, “la presenza ogni anno di centinaia di persone sul luogo dell’uccisione di Giuseppe Fava, anche a distanza di molto tempo dall’omicidio, rappresentata un segnale importante. Catania non dimentica e ribadisce, una volta di più, il proprio ‘no’ alla mafia”.
Le verità scomode di Giuseppe Fava: 36 anni fa l’omicidio a Catania
Due manifestazioni in teatro e un corteo per ricordare il giornalista ucciso dalla mafia. VIDEO