Catania fuori a testa alta

di Alberto Cigalini. Ai rossazzurri non basta una prova generosa: la Ternana strappa lo 0-0 e si qualifica per la finale di Coppa Italia. Applausi dalla curva nord a fine gara (foto Galtieri)

a.cig.) Era difficile. Ribaltare il 2-0 dell’andata. Farlo contro un avversario che ha dodici punti in più in campionato. Più di tutto: andare in campo in una giornata così.
Il Catania ci ha provato. Non ci è riuscito. Il sogno di una remuntada contro la Ternana nella semifinale di ritorno della Coppa Italia di Serie C s’infrange su un pari senza reti che costa l’eliminazione e manda i rossoverdi alla finale con la Juventus Under 23.
Parlare di calcio giocato in frangenti simili è complicato quanto lo era il compito dei rossazzurri. Mentre il futuro della società resta una preoccupante incognita, Lucarelli prova a spingere i suoi oltre un ostacolo bello alto sbattendo però contro il muro avversario.
Forte del doppio vantaggio maturato al Liberati, la Ternana si dedica in maniera pressoché esclusiva all’organizzazione di una tenace difesa del risultato preoccupandosi di concedere il meno possibile.
L’assoluta latitanza in avanti degli uomini di Gallo, limitatisi a due velleitari tiri nel primo tempo con Vantaggiato e Partipilo, è la testimonianza di 90′ condotti dal Catania, che fa la gara, ci prova a più riprese ma non sfonda.
La generosa prova degli etnei non basta per schiodare il risultato dallo zero a zero iniziale. Il 4-2-3-1 con Beleck al debutto da titolare in avanti produce undici corner (a zero) e diverse occasioni di gol.
Le migliori del primo tempo capitano a Beleck, stoppato da Tozzo dopo un paio di contatti sospetti in area, e Di Molfetta, la cui conclusione al volo sul cross di Calapai viene mandata in angolo dal portiere ospite.
Anche nella ripresa si gioca costantemente nella metà campo ternana. Tra una protesta e l’altra per un arbitraggio approssimativo, il Catania prova ad aumentare la pressione. Lucarelli inserisce prima Barisic e Manneh e poi Capanni e Welbeck passando al 4-2-4 nel quarto d’ora finale. Ma la palla non entra.
Una girata alta di Beleck imbeccato da Di Molfetta e un sinistro di Pinto spedito in angolo da Tozzo sono gli acuti migliori di una squadra che nei 10′ conclusivi butta nella mischia anche Curcio restando con un solo centrocampista di ruolo, il subentrato Welbeck, e sfiorando la rete proprio con Curcio, che neppure un minuto dopo il suo ingresso sul terreno di gioco ci prova con sinistro al volo finito poco oltre la traversa.
Si chiude con il Catania in dieci per l’espulsione di Silvestri, punito per un braccio largo sul volto di Ferrante, e con qualche scintilla a bordo campo per un epiteto volato dalla panchina umbra verso quella etnea. I rossazzurri salutano la Coppa Italia, ma escono a testa alta da una partita che avrebbero meritato di vincere e in un doppio confronto nel quale non sono stati inferiori ai rivali.
L’applauso a fine gara dei tifosi organizzati della curva nord, tornati al Massimino come da annuncio, è il momento migliore di una giornata per altri versi inquietante. Come tante, troppe altre da un po’ di tempo a questa parte.
CATANIA-TERNANA 0-0
Catania (4-2-3-1): Martinez 6; Calapai 6.5, Mbende 6.5, Silvestri 6, Pinto 6.5; Rizzo 6 (35′ st Curcio sv), Biagianti 6.5 (29′ st Welbeck 6); Biondi 6.5 (11′ st Manneh 5.5), Mazzarani 5.5 (11′ st Barisic 6), Di Molfetta 6 (29′ st Capanni sv); Beleck 6. A disposizione Furlan, Esposito, Marchese, Di Grazia, Vicente, Salandria. Allenatore: Lucarelli 6.5
Ternana (4-3-1-2): Tozzo 6.5; Parodi 6, Russo 6, Bergamelli 6, Celli 6; Verna 5.5, Palumbo 5.5 (15′ st Sini 6), Salzano 5.5; Furlan 5.5 (15′ st Defendi 6); Vantaggiato 5 (40′ st Partipilo sv), Torromino 5 (22′ st Ferrante sv). A disposizione Pernini, Nesta, Mucciante, Mammarella, Proietti, Niosi, Onesti, Marilungo. Allenatore: Gallo 5.5
Arbitro: Natilla di Molfetta 5
Note: spettatori 3.719, incasso 13.807 euro. Angoli: 11-0 per il Catania. Espulso Silvestri (49′ st). Ammonito Vantaggiato. Recupero: 1′ e 5′.

scroll to top