a.cig.) Lo spirito c’è. La tenuta difensiva pure. L’incisività in avanti meno. Catania-Reggina è partita di conferme. Il pari senza reti con la capolista, oltre a valere l’aggancio al settimo posto al Teramo, ribadisce e consolida le indicazioni emerse nelle uscite recenti.
La testa, innanzitutto. La reazione dopo il passaggio a vuoto con il Monopoli è arrivata e sembra duratura. Tra i mille problemi di una stagione piena di troppi fuori programma, Lucarelli e la squadra sono riusciti a ritrovare quella convinzione che in campo si è tradotta in compattezza e fuori dal perimetro di gioco è stata omaggiata dall’applauso a fine gara della curva nord, come accaduto contro la Ternana.
La solidità in fase di non possesso è un altro dato di fatto. Nelle ultime tre gare, tutte dal coefficiente di difficoltà elevato, il Catania ha concesso in totale tre tiri degni di tale nome verso Furlan: a Di Roberto contro la Cavese, a Torromino contro la Ternana e a Garufo nel match odierno. Mai niente di trascendentale, peraltro, a conferma di equilibri ben funzionanti.
L’aver disinnescato l’attacco più prolifico del campionato è riscontro che vale: Denis, non l’ultimo arrivato (241 gare e 73 gol in Serie A), e Corazza, a lungo capocannoniere del torneo, non si sono mai visti, ben controllati da Mbende e soprattutto da Silvestri, migliore in campo, e anche i subentrati Reginaldo e Sarao non hanno fatto di meglio.
Elencare la batteria di punte a disposizione di Toscano fa capire come la varietà d’opzioni della prima della classe sia vagamente superiore a quella degli etnei. Che quanto meno ora hanno un centravanti, ma la cui efficacia offensiva resta circoscritta.
L’aver realizzato un solo gol, per di più su rigore (Mazzarani contro la Cavese), negli ultimi sei incontri è indicativo. Anche contro la Reggina, la formazione di Lucarelli sconta una certa leggerezza in avanti. La prima frazione, la migliore per i rossazzurri, si apre con un gran destro dalla distanza di Vicente che va a stamparsi sulla traversa con la complicità di un tocco di Guarna e prosegue in larga parte nella metà campo avversaria.
Il Catania ci riprova con un colpo di testa di Silvestri da angolo, ma non passa. Beleck si mette al servizio dei compagni e gioca di sponda senza però tirare mai in porta, Di Molfetta e Mazzarani (che uscendo dà un calcio a una bottiglietta, scusandosi subito con Lucarelli) non sono al top dell’ispirazione e il buon primo tempo dei padroni di casa non basta a schiodare il risultato dallo zero a zero.
Nella ripresa gli etnei rallentano un po’, accusando la stanchezza per la partita giocata solo 72 ore prima con la Ternana, e la Reggina guadagna metri non riuscendo comunque a rendersi davvero pericolosa. Vicente ci riprova senza esito dalla distanza mentre dall’altra parte gli amaranto non vanno oltre un paio di tentativi di Garufo, uno degli ex di turno.
Le sostituzioni non cambiano la storia della contesa, che nel finale s’accende sino all’espulsione di Rizzo (peccato, era entrato bene in partita) e Gasparetto. Finisce con un punto a testa e un altro bel momento rossazzurro sotto la curva nord: “Noi, voi e la maglia”, recita lo striscione sugli spalti (sotto, foto Galtieri). E non c’è davvero altro da aggiungere.
CATANIA-REGGINA 0-0
Catania (4-2-3-1): Furlan 6; Calapai 6, Mbende 6.5, Silvestri 7, Pinto 6; Salandria 6 (29′ st Welbeck 6), Vicente 6.5 (29′ st Rizzo 5.5); Biondi 6 (23′ st Capanni 5.5), Mazzarani 5.5 (13′ st Curcio 6), Di Molfetta 5.5 (13′ st Barisic 5.5); Beleck 5.5. In panchina Martinez, Esposito, Marchese, Di Grazia, Biagianti, Manneh. All. Lucarelli 6
Reggina (3-4-1-2): Guarna 6.5; Loiacono 6, Gasparetto 5.5, Rossi 6; Blondett 6 (13′ st Garufo 6), Bianchi 5.5 (35′ st De Francesco sv), Nielsen 5.5 (27′ st Bellomo 5.5), Liotti 5.5; Sounas 6.5; Corazza 5 (35′ st Sarao sv), Denis 5.5 (13′ st Reginaldo 5.5). In panchina Farroni, Geria, Bertoncini, Marchi, Paolucci, Bellomo, Rubin, Rivas. All. Toscano 6
Arbitro: Feliciani di Teramo 5.5
Note: spettatori 5.426 (1.813 biglietti venduti, 145 ospiti). Incasso: 13.030 euro. Espulsi Rizzo e Gasparetto per reciproche scorrettezze (41′ st). Ammoniti Bianchi, Liotti, Calapai, Welbeck, il tecnico Lucarelli e Furlan. Angoli 5-4. Recupero 2′ e 4′.