a.cig.) Sessanta secondi per raccontare una partita. E’ da poco scoccato il quarto d’ora di gioco quando Barisic, unico simil-centravanti in organico, si ritrova in area un pallone propizio ma si muove in senso opposto a quello consigliato andando a chiudersi verso la linea di fondo.
Lucarelli, che centravanti lo è stato davvero, non fa in tempo ad allargare le braccia desolato. Il Monopoli ribalta l’azione e segna con Fella, pronto a insaccare da pochi metri il servizio dalla destra di Tazzer (sotto, foto Galtieri).
Catania-Monopoli finisce qui. Ammesso sia mai cominciata. La prima sconfitta interna stagionale degli etnei è quasi annunciata e a pensarci bene l’unica sorpresa, dati i presupposti, sta nell’essere riusciti a mantenere il Massimino inviolato sino a febbraio.
Una partita che non ha storia e neppure senso, tanto da non giustificare neppure le pagelle. Impossibile valutare giocatori e tecnico prescindendo dal contesto societario.
Il mercato di gennaio è stato improntato al dogma unico dello sfoltimento del monte ingaggi e ha consegnato a Lucarelli un organico senza neppure una prima punta in grado di colmare la lacuna lasciata dall’infortunato Curiale. Non lo è Barisic come non lo sono tutti gli altri elementi utilizzati vanamente sul fronte offensivo nell’arco di 90 minuti sciagurati, nei quali i biancoverdi di Scienza hanno avuto vita facile raddoppiando nella ripresa con un tiro di Donnarumma scappato dalle mani di Furlan.
Dal 3-4-1-2 di partenza all’attacco a tre e poi persino a quattro, cambia poco o nulla. I ripetuti tentativi del tecnico livornese di ridisegnare la linea avanzata sono spietatamente emblematici. Aumenti il numero degli effettivi, però un centravanti da impiegare non ce l’hai. Puoi schierare un esterno adattato al centro, un trequartista, un falso nove, persino un giovanissimo lanciato nella mischia per mancanza di alternative (Luigi Rossitto, capitano della Berretti, classe 2001), ma il gruppo a tua disposizione resta monco.
Il buco creatosi in uno dei ruoli chiave è la trasposizione sul campo degli ineludibili problemi di una società in crisi profondissima. La totale spaccatura con la tifoseria, le gravi e mal dissimulate sofferenze economiche, l’assenza di segnali sul fronte trattativa compongono un quadro sempre più drammatico.
Le parole di Lucarelli a fine gara (“Da una parte veniamo rassicurati, dall’altra si parla di debiti pazzeschi: se avessi accettato una situazione come quella attuale sarei stato folle, qualcosa è cambiato”) si innestano su questo solco e non nascondono gli inevitabili riflessi di uno scenario simile anche sul dato di campo.
La squadra scarica e confusa vista contro il Monopoli, incapace di creare un solo pericolo verso la porta di Antonino (un solo intervento, di piede su una debole conclusione di Barisic nel primo tempo), deve guardarsi alle spalle e tenere d’occhio la zona play out.
“Oggi finisce il nostro sogno”, ha detto Lucarelli in sala stampa. In realtà, il Catania è già da un bel pezzo dentro a un incubo. Chi può farsi avanti per provare a uscirne voltando pagina lo faccia. Subito.
CATANIA-MONOPOLI 0-2
Catania (3-4-1-2): Furlan; Mbende, Esposito, Silvestri; Biondi (11′ st Capanni), Salandria, Biagianti (11′ st Vicente), Pinto; Curcio (38′ st Rossitto); Barisic (32′ st Manneh), Di Molfetta (11′ st Mazzarani). In panchina: Martinez, Marchese, Di Grazia, Welbeck, Frisenna. Allenatore: Lucarelli.
Monopoli (3-5-2): Antonino; Rota, De Franco, Maestrelli (34′ st Nanni); Tazzer (23′ st Hadziosmanovic), Carriero, Giorno (23′ st Tsonev), Piccinni, Donnarumma (42′ st Pecorini); Fella, Jefferson (34′ st Mercadante). In panchina: Menegatti, Bozzi, Tuttisanti, Nina, Antonacci, Salvemini, Mariano. Allenatore: Scienza.
Arbitro: Marcenaro di Genova.
Reti: 17′ pt Fella, 21′ st Donnarumma.
Note: spettatori 673 paganti, 46 ospiti, totale spettatori 3.428, incasso 3076,20 euro. Ammoniti: Di Molfetta, Giorno, Vicente, Mbende, Rota, Carriero. Angoli: 5-4. Recupero: 1′, 4′.