CATANIA – Nella ressa per prendere il posto migliore per le interviste, un cameraman chiede di abbassare i telefonini. “L’onorevole Sammartino è alto” rispondono i diretti interessati. E da dietro la voce ironica della Sudano ribatte sorridendo: “Vuoi vedere che adesso lo accusano anche per questo?”.
Un off-record che racconta meglio di tante parole la genesi di Italia Viva a Catania. Eccola l’idiosincrasia. Da un lato un gruppo politico superpartecipato che, negli anni (Articolo4-Pd-Iv), non solo non perde un pezzo, ma riesce persino ad attrarre nuove energie sul territorio. Sono già una cinquantina gli amministratori locali (tra sindaci, consiglieri e assessori comunali) che hanno aderito al nuovo progetto in provincia di Catania.
Dall’altro un rapporto sempre borderline con la stampa che “piuttosto che parlare della nostra attività politica preferisce il gossip” confessa Sammartino. “Eppure ci sarebbe da raccontare, ad esempio, la continuità territoriale finalmente legge grazie a Italia Viva o le storiche riforme regionali sulla formazione professionale e sulla fruizione dei beni culturali”.
Poco prima nella sala Coppola del Comune di Catania il M5s aveva convocato una conferenza stampa per parlare di reddito di cittadinanza alla quale avevano partecipato un eurodeputato e una parlamentare nazionale con un paio di deputati regionali. I giornalisti si contano su una mano.
L’attenzione dei cronisti è tutta per ciò che avviene dopo: la senatrice Valeria Sudano torna in Municipio dopo anni, il deputato Luca Sammartino da palazzo degli Elefanti non ci è mai passato, istituzionalmente parlando. Entrambi poco graditi sia nell’era Bianco sia nell’era Pogliese. Entrambi capaci di destabilizzare gli equilibri in campo.
Entrambi amatissimi in città, entrambi catalizzatori di consenso. Una popolarità difficile da scalfire. E allora si rivedono tra il pubblico tanti ex amministratori che, nonostante la non rielezione (Erika Marco, Giuseppe Catalano, Rosario Gelsomino, Vincenzo Parisi, Giuseppe Musumeci) sono lì a sostegno di un’idea.
CATANIA VIVA. “Catania 2.0” già da stasera diventa “Italia Viva Catania”. Il partito strizza l’occhio a quella parte di Pd che stenta a riorganizzarsi a livello territoriale e al mondo moderato di delusi e indecisi. E non è escluso che a stretto giro la pattuglia dei tre consiglieri comunali (Giuseppe Gelsomino, Francesca Ricotta, Mario Tomasello) possa aumentare ancora. E forse non è un caso l’avvistamento di un ex Articolo 4 come Salvo Di Salvo, attualmente svincolato. “Strutturemo il partito nel territorio partendo dalle idee. C’è voglia riscoprire una città diversa, facendo leva sull’identità e sulla cultura” spiega ancora Sammartino.
Uno step over che tra le righe lascia intendere un posizionamento di area e una prova di forza con l’orizzonte a medio termine delle elezioni amministrative anche in provincia di Catania. “La ricreazione è finita – attacca la senatrice Valeria Sudano rivolgendosi a Pogliese – Il sindaco deve rimboccarsi le maniche e iniziare a lavorare. In Consiglio si fa tanta comunicazione ma manca poi il numero legale in aula, non arrivano delibere e i grandi temi, come Pon metro, Proust e Patti sono stati dimenticati. Renzi ha dato a questa città 1 mliardo e 200 milioni”. Poi un ricordo di Benito Paolone nel giorno della memoria per le foibe, l’ex consigliere comunale missino che “ha insegnato ai giovani la regola del terzo tempo del rugby: ci si sfida in campo, anche aspramente, ma al termine di ogni partita ci si stringe la mano”.
TUTTI IN PIEDI. Una presentazione informale, tutti insieme, consiglieri comunali, parlamentari e rappresentanti delle circoscrizioni: Tiziana Lo Piano (I municipalità), Andrea Cardello e Giulia Giuffrida (II), Giuseppe Zingale (IV), Maurzio Zarbo, Patrizia Cortese e Carmelo Fazio (V) e Davide Ranno, Lorenzo Leone, Benedetto Costanzo e Rosario Grasso (VI).
Tutti in piedi. “Perché così rimarremo nonostante chi ci vuole buttare giù” tuona il redivivo Puccio La Rosa. Un ritorno in Comune anche per lui, ex finiano, ex consigliere di maggioranza nell’amministrazione Raffaele Stancanelli. Poi un po’ di anni di decantazione (con una parentesi da presidente Amt) prima di approdare convintamente al progetto riformista di Italia Viva, diventandone coordinatore a Catania. “Intendiamo lavorare alla formazione di una classe dirigente che, attraverso il confronto attivo e concreto con le forze sociali e produttive presenti sul territorio, costruisca il presente e il futuro della nostra comunità. La politica non può essere la deriva dell’odio, della disinformazione e delle divisione”.
E al termine foto di rito sotto il liotro e caffè per tutti.
Twitter: @LucaCiliberti
Luca Ciliberti
Sammartino-Sudano, sfida in Comune: “Pogliese, la ricreazione è finita”
Luca Ciliberti. I renziani lanciano Italia Viva a Catania e preparano le amministrative 2020 in provincia. VIDEO - FOTO