PALERMO – Un’anziana è stata portata al pronto soccorso dell’ospedale san Giovanni di Dio di Agrigento dove è stata ricoverata per una forma di polmonite con insufficienza respiratoria. I sanitari hanno eseguito il protocollo previsto per i casi di Coronavirus. Alla paziente, che è stata subito posta in isolamento, i medici hanno eseguito il tampone che è stato inviato all’istituto di virologia del Policlinico per gli esami.
FALSI ALLARMI IN SICILIA. Tanti gli allarmi in Sicilia: ieri pomeriggio nell’ospedale San Vito e Santo Spirito di Alcamo al pronto soccorso si è presentata una donna di 32 anni, di origine thailandese, con sintomi di influenza. Residente a Palermo, si trovava a Scopello, dove col marito ha una casa di villeggiatura. L’allarme tra i sanitari è scattato quando la paziente ha riferito di aver compiuto recentemente un viaggio nel suo Paese di origine.
“E’ stata trasferita al reparto di Malattie infettive del Policlinico di Palermo – dice il dirigente dell’Igiene pubblica dell’Asp, Gaspare Canzoneri -, ma intorno all’una di notte è rientrato l’allarme in quanto le analisi cliniche hanno dato esiti negativi”.
Un marsalese invece è stato ricoverato sempre ieri al Policlinico dopo essere rientrato da Taiwan con i sintomi influenzali. Gli esami hanno escluso il Coronavirus. Falso allarme anche al Papardo di Messina dove un tecnico di radiologia è stato portato al Policlinico palermitano per le analisi: è stato diagnosticato un’inizio di polmonite.
RIENTRATI I POZZALLESI. Intanto è atterrato alle 6.37 all’aeroporto di Pratica di Mare il velivolo dell’aeronautica militare con i diciannove italiani provenienti dal Giappone, dove sono rimasti per settimane a bordo della nave da crociera Diamond Princess. Cinque sono di Pozzallo. Terminate le visite saranno trasferiti al Centro sportivo dell’esercito alla Cecchignola.
DUE MORTI IN ITALIA, LA POLIZIA SI ATTREZZA. Due mesi dopo il primo caso registrato a Wuhan, il coronavirus esplode anche in Italia: due le vittime, un 78enne veneto e una donna lombarda. La polizia italiana ha deciso di introdurre “dispositivi di protezione individuale come guanti e mascherine, anche in considerazione della attuale difficoltà di approvvigionamento, che dovranno essere resi disponibili, in base ai diversi e potenziali profili di esposizione, per il personale che svolge servizi operativi o che comportano l’esposizione diretta al rischio di contagio, come nel caso di servizi ad immediato contatto con il pubblico”.
UNITA’ DI CRISI A CATANIA. E in riferimento a quanto accade in queste ore in Lombardia e Veneto, l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ribadendo l’assoluta serenità della situazione in Sicilia, ha convocato una riunione dell’unità di crisi a Catania presso il Palazzo della Regione.
“Chiederemo che il presidente della Regione, Nello Musumeci, possa essere nominato soggetto attuatore dell’ordinanza di Protezione civile, che ci permetterà di velocizzare tutti gli interventi”, ha annunciato Razza. “Stiamo lavorando – ha aggiunto Razza – per individuare due hub, uno per la Sicilia Orientale e l’altro per quella Occidentale, per realizzare aree di quarantena se dovesse essere necessario, perché bisogna programmare, anche se come in questo momento non c’è la necessità”.
“Sono già attivi 70 posti letto anche con aree ‘negative’. Al momento si sono registrati meno di dieci casi sospetti in Sicilia, ma, cosa importante, sono stati tutti immediatamente diagnosticati in 12 ore grazie ai tamponi che eseguiamo nei Policlinici di Palermo e Catania”.
“Sulle gite – ha precisato l’assessore – ci uniformeremo alla decisione delle scelte nazionali, ma al momento non mi pare che sia il caso di sospendere quelle da molto tempo programmate. Per i migranti abbiamo chiesto al ministero maggiore attenzione ricordandoci sempre che la Sicilia non è il confine del Sud dell’Italia, ma dell’Europa, e siccome ci sono stati casi al sud del Mediterraneo c’è preoccupazione, ma da parte dell’Usmaf è stata affrontata adeguatamente, come per porti e aeroporti”.
“Non ci sono ragioni per eccessivo allarme – ha ribadito l’assessore Razza – perché tutte le regioni italiane hanno adeguatamente previsto percorsi necessari. Ricordo a tutti, in caso di sospetta malattia, di evitare di andare al pronto soccorso, ma di chiamare il 112 e il numero nazionale del ministero della Salute, il 1500, o rivolgersi al medico di famiglia, da dove arriverà il percorso migliore da seguire”.
“Ci attenderemo a tutte le indicazioni che dovessero arrivare a livello nazionale. Noi siamo grati al ministro della Salute, Roberto Speranza, con cui stiamo attivamente lavorando perché davanti a un’emergenza l’unità nazionale è un valore indiscutibile e noi daremo la nostra massima collaborazione a tutte le altre Regioni”, ha concluso Razza.
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