a.cig.) Un gol che vale tre, come i punti consegnati alla classifica. O cinque, come le reti subite nell’umiliante sconfitta dell’andata. Ma anche molto di più.
Sì, perché il boato che fa esplodere il Massimino sul piattone vincente di Andrea Mazzarani a due minuti dallo scadere è un momento di gioia puro che dà pieno sfogo a una passione troppe volte martoriata dalle vicissitudini societarie, recenti e non.
Sono passati quattro mesi e spiccioli dal devastante pokerissimo subito in Calabria, ma sembrano anni luce. Quel Catania disunito, sfilacciato, confuso ha lasciato spazio a una squadra nel vero senso della parola. Un blocco compatto che sa pensare collettivamente, soffrire quando deve, andare oltre i propri limiti.
Merito di chi va in campo e di chi siede in panchina. Lucarelli, chiamato a rilevare Camplone proprio dopo il tracollo di fine ottobre, ha trasmesso ai suoi una mentalità che rappresenta – adesso come non mai – la vera arma in più degli etnei.
Contro una Vibonese che ribadisce di avere il gusto del gioco grazie alle idee del suo tecnico, quel Giacomo Modica formatosi alla scuola di Zeman e oggi costretto a seguire il match dalla tribuna perché squalificato, i rossazzurri propongono l’annunciato 4-2-3-1 con Martinez fra i pali al posto del malconcio Furlan (gastroenterite), Salandria terzino destro, Capanni sulla trequarti e Curcio in avanti.
Il primo tempo è piacevole, i ritmi elevati. Quella ospite è formazione che gioca e lascia giocare. Il Catania la sblocca subito con un rigore trasformato da Curcio (sotto, foto Galtieri) e decretato per un’uscita bassa di Greco su Di Molfetta, ben attivato da Pinto.
Il gol dà slancio ai padroni di casa, che potrebbero raddoppiare con lo stesso Curcio, innescato da una bella accelerazione di Biondi e fermato in qualche modo da Greco dopo una prima esitazione in uscita.
La Vibonese, però, c’è. I rossoblu si confermano squadra in forma (tre vittorie e un pari nelle ultime quattro giornate) reagendo con efficacia. Emmausso, in sospetto fuorigioco, divora il pareggio calciando sul fondo solo davanti a Martinez su pregevole assist dell’ispirato Petermann, poi lo stesso Petermann su punizione costringe Martinez a salvarsi con l’aiuto della traversa.
Il pari ospite giunge poco più tardi, grazie una combinazione ad alta velocità che premia l’inserimento sulla destra di Del Col a beneficio del tocco sotto misura di Emmausso.
In avvio di ripresa la Vibonese cambia i due laterali difensivi e inserisce Bernadotto, protagonista all’andata con una doppietta, al posto di Signorelli arretrando Tumbarello a centrocampo.
Constatato come il Catania ora abbia qualche difficoltà in più nel proporsi in avanti, Lucarelli ritocca il modulo: entrano in tre ma la sostituzione chiave è quella tra Di Molfetta e Welbeck che porta al 4-3-3 con Vicente vertice basso in mediana e Biondi e Manneh larghi a supporto del nuovo entrato Beleck.
Dopo una rete annullata a Biondi per fuorigioco, il tecnico livornese butta nella mischia anche Biagianti al posto di Rizzo (ammonito e a rischio espulsione per un paio di entrate al limite) e Mazzarani per Biondi. Gli etnei non concedono nulla, accusando un paio di brividi solo per qualche eccesso di confidenza con i piedi di Martinez in disimpegno con annessi urlacci dalla panchina.
Beleck non incide, ma il gol arriva lo stesso, preannunciato da un diagonale di Salandria persosi a lato. Il 2-1 nasce da un notevole controllo orientato di Pinto, che si apre così un’autostrada sulla sinistra guadagnando il fondo e trovando l’accorrente Mazzarani a centro area libero per il piatto destro vincente in controtempo sul portiere avversario (sotto l’esultanza, foto Galtieri).
Giocata che ricorda – per chi ne ha memoria – il 4-3 di Rivera a Città del Messico contro la Germania nella semifinale mondiale del ’70. Accostamento esagerato, lo sappiamo, ma il cui senso va capito, segnatamente in un periodo delicato come l’attuale.
Il bello del calcio è proprio questo. Emozionarsi. E il Catania è tornato ad emozionare. Nonostante i problemi fuori dal campo, le incognite preoccupanti, i quesiti sul futuro. E questa è la vittoria più grande. Di Lucarelli e di tutti i rossazzurri.
CATANIA-VIBONESE 2-1
Catania (4-2-3-1): Martinez 6; Salandria 6, Mbende 5.5, Silvestri 6.5, Pinto 7; Rizzo 6 (26′ st Mazzarani 7), Vicente 6; Biondi 6 (26′ st Biagianti 6), Di Molfetta 6 (8′ st Welbeck 6), Capanni 5.5 (8′ st Manneh 6); Curcio 6.5 (8′ st Beleck 5). In panchina: Furlan, Pino, Esposito, Saporetti, Di Grazia, Frisenna, Giuffrida. Allenatore: Lucarelli 7
Vibonese (4-3-3): Greco 5.5; Del Col 6 (1′ st Tito 5.5), Malberti 6 (29′ st Sgambati 5.5), Altobello 6, Mahrous 5.5 (1′ st Ciotti 5.5); Pugliese 5.5, Petermann 6.5, Signorelli 6 (1′ st Bernadotto 6); Tumbarello 6, Bubas 6 (29′ st Prezzabile sv), Emmausso 6.5. In panchina: Mengoni, Raso, Battista, Napolitano, Taurino, Di Santo, Berardi. Allenatore: Modica (squalificato, in panchina Facciolo) 6
Arbitro: Miele di Nola 6.
Reti: 2′ pt Curcio (rig), 36′ pt Emmausso, 43′ st Mazzarani.
Note: spettatori 4.555 (1.258 paganti, 31 ospiti), incasso 7.710,53 euro. Ammoniti Rizzo, Emmausso, Curcio, Pugliese, Manneh, Sgambati, Mazzarani. Angoli: 5-2 per il Catania. Recupero: 0′; 4′.