ROMA – Le polveri sottili “accelerano la diffusione dell’infezione” da coronavirus al Nord e in particolare nella Pianura Padana. È quanto emerge da uno studio della Società italiana di medicina ambientale con le università di Bologna e Bari.
Esaminati i dati pubblicati sui siti Arpa, relativi a tutte le centraline di rilevamento sul territorio nazionale, insieme ai casi di contagio riportati dalla protezione civile: “Alte concentrazioni di polveri fini a febbraio in Pianura Padana hanno esercitato un’accelerazione anomala alla diffusione virulenta dell’epidemia”, rileva lo studio. Secondo i ricercatori le polveri sottili “stanno veicolando il virus”.
In Pianura Padana, “si sono osservate le curve di espansione dell’infezione che hanno mostrato accelerazioni anomale, in evidente coincidenza, a distanza di 2 settimane, con le più elevate concentrazioni di particolato atmosferico, che hanno esercitato un’azione di boost, cioè di impulso alla diffusione virulenta dell’epidemia”, sottolinea Leonardo Setti, ricercatore del dipartimento di Chimica dell’università di Bologna.
“Le alte concentrazioni di polveri registrate nel mese di febbraio in Pianura Padana hanno prodotto un’accelerazione alla diffusione del Covid-19. L’effetto è più evidente in quelle province dove ci sono stati i primi focolai”.
Le polveri sottili, afferma Gianluigi de Gennaro, ricercatore al dipartimento di Biologia dell’Università di Bari, “stanno veicolando il virus. Più ce ne sono, più si creano autostrade per i contagi. È necessario ridurre al minimo le emissioni, sperando in una meteorologia favorevole”.
Polveri sottili accelerano il contagio al Nord
Nuovo studio: "Penalizzata soprattutto la Pianura Padana, bisogna sperare nel tempo favorevole"