Nonostante fosse stato trovato positivo al coronavirus faceva tranquillamente la spesa in un supermercato invece di rimanere in autoisolamento. Sarebbe un inserviente dell’ospedale di Sciacca la persona indagata dalla Procura che ha aperto un’inchiesta per concorso colposo in epidemia e inosservanza delle normative disposte per far fronte all’emergenza coronavirus. L’inchiesta è nata dopo una denuncia e la magistratura ha avvisato del caso l’autorità sanitaria. Il reato di epidemia colposa è punito fino a 12 anni.
A CALTANISSETTA 23 PERSONE NEL CIRCOLO RICREATIVO. Ventitré persone, molte delle quali con precedenti penali, sono state trovate da agenti della polizia in un circolo ricreativo di Caltanissetta senza rispettare i criteri imposti dal Decreto del presidente del consiglio dei ministri per contenere l’emergenza Covid-19. Il titolare, un 65enne, è stato denunciato alla Procura, avrà sospesa la licenza.
POSTI DI BLOCCO, CONTROLLI E DENUNCE. Le forze dell’ordine hanno istituito posti di blocco per controllare che gli automobilisti rispettino i divieti imposti dal Dpcm sul coronavirus che impedisce spostamenti, se non per rilevanti motivi e dietro la compilazione di un’autocertificazione.
Stamattina a Catania la polizia ha accertato che un bar di corso Indipendenza, alle 5.40, risultava regolarmente aperto e presentava all’interno numerosi clienti intenti a consumare cibi e bevande a distanza ravvicinata. Il proprietario è stato denunciato ed è stato avvertito che in caso di ulteriori violazioni si procederà alla sospensione della licenza.
I carabinieri di Santa Venerina hanno denunciato la titolare 33enne di una pizzeria perché aveva protratto l’orario di apertura oltre le 18. Stesso provvedimento per il titolare 46enne di un chiosco bar di Riposto, dove erano presenti tre clienti senza il rispetto delle distanze di sicurezza.
La questura di Agrigento ha comunicato che gli agenti hanno controllato nella città dei Templi 1.200 auto, identificando 250 persone che hanno compilato altrettante autocertificazioni. I documenti saranno sottoposti a controlli e, se le dichiarazioni risulteranno non veritiere, per i trasgressori scatterà la denuncia penale.
Iniziati da ieri sera i controlli anche a Palermo e provincia. I carabinieri hanno denunciato tre persone a Monreale, titolari di una sala giochi (attività che devono restare chiuse, come previsto del Dpcm per contrastare il coronavirus), e un cliente che si trovava dentro. Centinaia gli automobilisti controllati: almeno 200 soltanto ieri sera nel capoluogo siciliano, dove è scattata qualche denuncia.
MASCHERINE A RUBA. Mascherine ‘sold out’ nel giro di una mattinata in vendita a 10 euro nei distributori di bibite e merendine all’interno dei padiglioni del polichirurgico, geriatrico, pronto soccorso dell’ospedale ‘Villa Sofia’ di Palermo. A segnalare il caso al direttore generale dell’azienda ospedaliera è stato il sindacato Cimo, dei dirigenti medici. “Il paradosso è che mentre nelle strutture sanitarie mancano i dispositivi di protezione per i sanitari, si trovano nelle macchinette le mascherine a dieci euro. Invitiamo le altre direzioni delle aziende sanitarie a vigilare su simili episodi speculativi davvero incresciosi”.
Le mascherine sono quindi state sequestrate dai militari della guardia di finanza. Gli investigatori stanno verificando se in altre macchine in giro per gli altri ospedali sono presenti altre mascherine. I baschi verdi stanno identificando i gestori delle macchinette per eventuali provvedimenti.
Positivo al virus fa spesa al supermercato. Catania: all’alba una folla nel bar
Covid-19. Il caso di un inserviente dell'ospedale di Sciacca. A Caltanissetta in 23 nel circolo ricreativo, a Palermo il paradosso delle mascherine