Il Catania non è riuscito a pagare gli stipendi ai tesserati entro la scadenza prevista, fissata per il 16 marzo.
In un comunicato, la società ha motivato l’inottemperanza dell’obbligo con le cause di forza maggiore dettate dal momento chiedendo la sospensione degli adempimenti “alla luce delle numerose e coerenti disposizioni, governative e delle autorità calcistiche, che riconoscono l’emergenza economica del sistema” e dicendosi fiduciosa nell’accoglimento della richiesta.
Qualora ciò non accadesse, il club etneo subirebbe una penalizzazione in classifica da scontare nella stagione in corso.
Tutto questo accade alla vigilia del consiglio di amministrazione del club rossazzurro, convocato per mercoledì in seguito alle dimissioni presentate dal presidente Davide Franco. Si va, come anticipato, verso una riduzione del numero dei componenti con la nomina del commercialista Gianluca Astorina, già insediatosi quale liquidatore di Finaria, come presidente e l’uscita dell’ad Giuseppe Di Natale, da qualche tempo depotenziato nel suo ruolo in seguito alle evoluzioni societarie.
Di seguito, la nota integrale della società: “Con riferimento alla scadenza degli adempimenti di cui all’articolo 85 delle Norme Organizzative Interne della Federazione Italiana Giuoco Calcio, ed in particolare alle prescrizioni relative agli emolumenti dovuti per il quarto bimestre in favore dei tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo con contratti ratificati, il Calcio Catania rende noto di aver rappresentato al Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio Gabriele Gravina, alla Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche ed alla Lega Italiana Calcio Professionistico, ieri, l’impossibilità di provvedere al pagamento tempestivo”.
“Il Calcio Catania comunica di aver contestualmente richiesto la sospensione di tali adempimenti, sottolineando l’immediatezza e la logicità di un simile provvedimento d’urgenza alla luce delle numerose e coerenti disposizioni, governative e delle autorità calcistiche, che riconoscono l’emergenza economica del sistema”.
“Si evidenzia, nella nostra missiva, la generalizzata sospensione di termini processuali, civili, penali, amministrativi, fiscali, tributari, previdenziali ed assicurativi espressamente garantita alle associazioni e società sportive ed ai soggetti che gestiscono stadi, impianti e centri sportivi, palestre, piscine, club e strutture per danza, fitness e culturismo”.
“Si ritiene pertanto non solo frutto di interpretazione estensiva delle stesse disposizioni ma anche naturalmente logica, e coerente allo spirito normativo, l’associazione del concetto di “forza maggiore” al caso dell’impossibilità addotta dal Calcio Catania, che non può al momento ricavare introiti fondamentali dalle attività complementari suddette, svolte da società controllate, stante l’improvvisa e doverosa chiusura di tutte le proprie attività commerciali aperte al pubblico (palestre, piscine, centro benessere, bar, Catania Point, Centro medico di riabilitazione e fisioterapia, alberghi, foresterie e servizi di mensa)”.
“Si completi un quadro di totale ed oggettiva preclusione del fattore produttivo necessario per la corresponsione degli emolumenti, ricordando che la mancata disputa delle competizioni sportive (ultima gara interna disputata il 29 febbraio) ed il mancato svolgimento di qualsiasi attività non hanno più consentito di sommare alcun nuovo introito per effetto di incassi e proventi da sponsorizzazioni e pubblicità. Il perdurare della situazione di difficoltà generale ha impedito ulteriori interventi da parte dei soci di riferimento. Pertanto, il Calcio Catania attende con fiducia l’accoglimento della richiesta formulata”.